GROSSETO – «Qualcuno potrebbe organizzare un referendum o una consultazione on line per stabilire a chi sta bene o no la delibera con la quale la maggioranza del comune di Grosseto obbliga alla realizzazione del presepe le scuole cittadine» affermala segreteria del Pci, federazione di Grosseto.
«Non possiamo certo promuovere l’iniziativa noi del Pci, notoriamente laici, a favore di una scuola pubblica dove tutte le identità e diversità sono ammesse. Per il Pci la scuola deve essere un luogo esclusivo dove si fa formazione delle persone senza barriere religiose, culturali, sociali, di genere od altro. Se qualche formazione politica od altri soggetti di buona volontà promuoveranno una qualsiasi consultazione il PCI comunque sarà presente».
«Per la scuola ci preoccupa, più dei presepi, la condizione in cui versa, quella dei precari la cui assunzione è rinviata dai vari governi, l’assenza di insegnanti di sostegno, l’avvento dell’autonomia differenziata, gli edifici in stato di abbandono, la carenza di materiali di facile consumo e persino, in qualche scuola, la mancanza della carta igienica, mentre sono sempre maggiori i finanziamenti e sostegni alle scuole private. Chissà cosa penserebbe Calamandrei di questa involuzione».
«Ci sarebbero certamente interessate iniziative ed entusiasmi simili su, ad esempio, una mobilitazione più forte quando il comune di Grosseto propose la via della Riconciliazione mettendo insieme due strade, una intitolata al boia Almirante e l’altra a Berlinguer. Forse allora i tempi non erano maturi per qualcuno che oggi scende in piazza confondendosi con le tante e brave persone comuni che da anni sono state abbandonate, allontanate, deluse dalla politica» continua il Pci.
«Ci interesserebbe di più parlare del lavoro, dei diritti negati ai lavoratori, delle sempre più frequenti “morti bianche”, dei contratti atipici, dei giovani sfruttati con norme di Stato o di quelli costretti ad emigrare all’estero. 816.000 più dell’invasione degli altri disperati. Altro che presepe se poi si pensa a quello che sta succedendo nella sanità sempre più depauperata e privatizzata, dei servizi territoriali tanto rari che è difficile trovarli nei territori, del welfare ormai demolito e pressoché inesistente».
«Ci piacerebbe affrontare e trovare risposte ai disastri ambientali dovuti sì ai cambiamenti climatici ma anche collegati ad una gestione del territorio esclusivamente speculativa. Vorremmo capire che cosa si vuole fare nella gestione del ciclo dei rifiuti per renderlo risorsa e non continua ed esosa tariffa per i cittadini. Vorremmo capire cosa sarà delle province abrogate da dal Del Rio a sua volta bocciato dal referendum, dove sempre meno risorse sono destinate alla manutenzione delle strade e scuole. L’elenco non si esaurisce con i problemi sopra ci sarebbe molto da dire e soprattutto da fare».
«In Maremma continuiamo però a parlare del presepe ricordiamoci tutti però che dopo il 6 gennaio il presepe sarà sfatto mentre i problemi che affliggono i cittadini, giovani e meno giovani, resteranno tutti e rischiano di non avere risposte che, a differenza del presepe, non potranno essere messi da parte aspettando di nuovo il Natale» conclude il Pci.