GROSSETO – “Le sedute del Consiglio comunale sono molto poco frequentate, ed è un peccato, perché potrebbero rivelarsi assai utili per comprendere quali siano realmente le priorità della politica e, magari, aiutare a trovare qualche risposta al perché dell’ennesimo tracollo, negli ultimi tre anni, nella classifica sulla qualità della vita, dove siamo sprofondati al 79esimo posto, ultimi in Toscana”. Lo scrive, in una nota, Carlo De Martis, capogruppo Lista Mascagni Sindaco nel Consiglio comunale di Grosseto.
“Ad esempio l’ultimo Consiglio comunale aveva all’ordine del giorno la discussione intorno al mantenimento delle partecipazioni pubbliche detenute dal Comune di Grosseto – continua -. Tra queste figura la Rama, e la circostanza non è marginale, non fosse perché appena qualche giorno fa è intervenuta la sentenza che ha definito il contenzioso intorno alla gara sul Trasporto Pubblico Locale e che, al di là di ogni valutazione di merito, produrrà rilevantissimi effetti (nell’ordine di alcuni milioni di euro), non necessariamente negativi, sul destino della Rama e, a cascata, sulle casse comunali. In altre parole, sul nostro portafogli. Ebbene, dopo la relazione dell’assessore nell’aula, è calato un assoluto silenzio fatto di totale indifferenza, interrotto solo da un intervento del sottoscritto che ha concluso sollecitando l’assessore ad approfondire la questione in commissione”.
“Poi siamo passati alla mozione presentata dal centrosinistra volta a migliorare il Piano di Protezione civile – prosegue De Martis -. Quel Piano esecrato dalla stessa maggioranza poiché rivelatosi palesemente inadeguato dopo la recente emergenza Ombrone, tanto da essere ritirato nel Consiglio del 22 novembre, salvo essere poi approvato, in via definitiva e senza alcuna modifica una settimana dopo. Avevamo avanzato otto proposte, tra cui una campagna informativa per la cittadinanza, una maggiore dotazione dell’organico della Protezione civile e la revisione delle cartografie del rischio idraulico (le famigerate zone gialle, rosse e celesti) e dei parametri per l’evacuazione, risultati non aggiornati rispetto alle attuali condizioni degli argini. La mozione è stata respinta. Ma non è questo il punto (quando si sta all’opposizione ci sta che le tue proposte non siano accolte). Il punto è che pure su un tema come questo, intorno al quale ruota la vita stessa di noi cittadini, ancora una volta dalla maggioranza non si è levata una voce e l’assessore alla Protezione civile era pure assente, lasciando il dibattito, se così si può chiamare, agli interventi del sottoscritto e del consigliere Rinaldo Carlicchi. Non un fiato, figuriamoci, neppure dallo scranno più alto, dove il sindaco evidentemente era più interessato a pensare al suo futuro lontano da Grosseto anziché ai problemi della città che, gli piaccia o meno, ancora sarebbe tenuto ad amministrare”.
“Per fortuna poi è giunta la mozione della maggioranza per rendere obbligatorio il presepe nelle scuole comunali dell’infanzia – va avanti il consigliere di opposizione -. E lì ci siamo tutti rincuorati, perché evidentemente il sortilegio che aveva tagliato la lingua ai consiglieri della destra doveva essere svanito. Una mozione oltretutto profondamente sbagliata per tante ragioni, che tutte sarebbe qui impossibile rammentare. Certo è che la scuola e i bambini non possono essere cinicamente usati come strumento di propaganda, e in questi ambiti la politica dovrebbe fare non uno ma due passi indietro, lasciando ai pedagogisti, agli insegnanti ed agli educatori il compito di elaborare, insieme alla famiglie, i migliori percorsi di educazione ed inclusione per i nostri figli. E sarebbe stato opportuno che l’assessore alle Politiche educative prendesse posizione al riguardo tutelando i nostri servizi educativi, sviliti da questa ingerenza, anziché lavarsene le mani”.
“D’altronde, che questa mozione fosse pura demagogia, lo conferma il fatto che nel nostro Comune mai nessuno ha contestato – e tantomeno negato – l’allestimento di un presepe, ed anzi era stato chiarito che il presepe, in tutte le scuole dell’infanzia comunali, già era stato realizzato – prosegue De Martis -. Magari certi paladini dello spirito della natività dovrebbero pensare meno ad alimentare la spirale dell’intolleranza e ascoltare di più l’insegnamento della Chiesa che, in occasione della Lettera apostolica sul significato e il valore del presepe, ha inteso proprio sottolineare che «il presepe appartiene a tutti, e non può essere strumentalizzato»”.
“E se gli rimanesse ancora un po’ di tempo – conclude De Martis -, potrebbero pure cominciare a dedicarsi ai problemi veri della nostra città, che magari ora avrà uno splendido presepe, ma di questo andazzo rischia di ritrovarsi intorno solo un deserto”.