GROSSETO – La crisi morde ancora e il 2019 ne è la dimostrazione. L’analisi che emerge dagli studi di Confesercenti tratteggia una situazione, per economia e commercio, a tinte fosche. Le famiglie italiane spendono oggi 17 miliardi di euro in meno rispetto a quanto si spendesse nel 2007. E nei primi sei mesi dell’anno è diminuita di altri 43 milioni di euro.
Una situazione che purtroppo non esclude Grosseto, come emerge anche dall’analisi sulla qualità della vita del Sole 24 ore in edicola oggi. «La nostra provincia è passata dalla 20esima posizione del 1990 alla 79esima di oggi – afferma Confesercenti -. Il settore Ricchezza e consumi ci ha visti scendere dal 47esimo posto al 78esimo. In un solo anno abbiamo avuto un tracollo di 12 posizioni passando dal 60esimo posto alla posizione di oggi. Anche Affari e lavoro ci vede scendere dal 24esimo posto degli anni 90 al 33esimo di oggi, mentre il settore Ambiente e servizi ci ha visto precipitare in un anno di 18 posizioni».
«Anche gli altri settori non godono di buona salute: Demografia e società ci hanno visto scendere dal 17esimo posto al 94esimo, e la Giustizia in cui, se negli anni 90 eravamo all’ottavo posto, ora siamo al 96esimo. Ci confermiamo la Cenerentola della Regione, al pari del sud d’Italia, e soffriamo più di tutte le altre province toscane. Da tempo si dice che la costa cresca meno rispetto all’interno, purtroppo questo è più vero che mai per la Maremma: Pisa si attesta infatti al 41esimo posto in classifica, e Livorno al 47esimo. Oltre trenta posizioni sopra alla nostra provincia» prosegue Confesercenti.
«Una situazione non facile da affrontare ma che richiede di fare massa, la necessità che ci sia più amalgama, perché solo uniti, con la politica come capofila, si può fare qualcosa. Anche la Regione non può ignorare la situazione in cui si trova la Maremma: servono investimenti e soprattutto servono idee. Serve un’azione di rilancio, che porti investimenti. Un’azione mirata sulla nostra terra».
«I grossetani facciano squadra attorno a politiche di sostegno alle infrastrutture, agli insediamenti produttivi – puntualizza Confesercenti -; bisogna superare le divisioni e che la politica scelga e vada oltre gli ideologismi: puntare anche sull’industria come volano di sviluppo, magari dicendo qualche no in meno».