SCARLINO – Sulla recente sentenza del tribunale di Grosseto legata all’inceneritore di Scarlino interviene il Comitato del No all’inceneritore che da oltre venti anni si batte contro l’impianto del Casone.
«E così, dopo l’iniziale parere negativo sulla VIA dell’inchiesta pubblica provinciale (era il 2009) e le successive cinque bocciature contenute nelle sentenze del Tar e/o del Consiglio di Stato, di altrettante Autorizzazioni concesse, incautamente, da Provincia di Grosseto e Regione Toscana, oggi anche il Tribunale di Grosseto, in sede civile, sentenzia che l’Inceneritore di Scarlino è un impianto fuori norma, produce emissioni inquinanti e pericolose per la salute umana e per l’ambiente.
«Una sentenza storica che si avvale delle perizie di CTU nominati dal Tribunale, autonomi, autorevoli e terzi, che certificano l’illegalità dei forni, i rischi ed i danni per la salute umana che tali emissioni hanno provocato, disperdendo diossina su un territorio inquinato da tonnellate di arsenico causate proprio da quegli stessi forni temerariamente trasformati in inceneritore».
«Se mai qualcuno, incredibilmente, avesse avuto ancora dubbi, adesso è nuovamente ribadito e certo che l’inceneritore di Scarlino Energia è strutturalmente, irrimediabilmente, fuori norma e pericoloso».
«Il Comitato per il NO all’Inceneritore di Scarlino ripete, ancora più convinto, che questo territorio, così maltrattato, non può sopportare alcun ulteriore impianto che aggravi ancor più la situazione attuale, nemmeno uno a norma, men che mai uno illegale».
«Abbiamo già pagato e purtroppo a lungo pagheremo troppi, pesanti tributi in termini di danni all’ambiente ed alla salute e di dolore, adesso basta .
Anche per gli abitanti della piana di Scarlino-Follonica deve valere l’art 32 della Costituzione Italiana che recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”».
«Chiediamo perciò a tutte le forze politiche, a tutti i gruppi consiliari di Follonica e Scarlino che ci hanno sempre sostenuto in questa lotta di legalità, di intervenire, con decisione, sui consiglieri della Regione Toscana perché blocchino, in maniera unitaria, la conferenza dei servizi che sembra adoperarsi per ridare la sesta autorizzazione all’impianto, magari con qualche prescrizione, ad un inceneritore da sempre illegale».
«Dopo questa sentenza speriamo in un ravvedimento. Lottiamo da anni per la salute degli abitanti dalla piana, in primo luogo per i lavoratori della zona industriale, non ci arrenderemo, specie adesso che, più volte il Consiglio di stato ed oggi un Tribunale civile ci hanno confermato che siamo nel giusto».