GROSSETO – Girava con Porsche e Bmw. Poteva ben farlo, visto che i soldi dei suoi assicurati da tempo finivano nelle sue tasche. È stato arrestato questa mattina, dalla Guardia di finanza di Grosseto, un uomo, residente a Grosseto, ex assicuratore di una nota compagnia di assicurazioni con filiali a Viterbo, dove l’uomo operava. L’accusa per lui è di aver truffato tanti assicurati, raggirandoli e impossessandosi di centinaia di migliaia di euro.
Le indagini condotte dalla Guardia di finanza di Viterbo, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Viterbo Eliana Dolce, hanno portato all’arresto dell’uomo accusato di essersi impossessato di centinaia di migliaia di euro che le sfortunate vittime (alcune anche anziane), avevano nella maggior parte dei casi accantonato dopo anni e anni di risparmi. Gli assicurati hanno capito cosa era successo solo dopo essersi rivolti direttamente alla compagnia di assicurazione.
L’agente assicurativo, con scaltrezza e abilità, creava con la clientela vincoli di amicizia e rapporti professionali di apparente regolarità per la conclusione delle polizze e al fine di ottenere versamenti dagli ignari assicurati, che non solo facevano conto sulla fiducia che egli instaurava, con rapporti professionali di lunga durata (nel corso dei quali manifestava anche la disponibilità a recarsi presso le loro abitazioni al fine di evitare l’incomodo di recarsi in agenzia), ma venivano anche tratti in inganno dalla consegna da parte dell’agente di documenti abilmente artefatti con mezzi informatici.
L’attività svolta dalle Fiamme Gialle e dalla Procura della Repubblica ha dato modo di scoperchiare in pochi mesi un sistema ben consolidato messo in atto dall’agente assicurativo che, privo di scrupoli, carpiva la buona fede degli assicurati e si impossessava illecitamente delle somme che gli venivano corrisposte inducendoli in errore circa l’effettiva stipula di polizze in realtà poi mai attivate. Faceva credere di versare gli assegni ricevuti a favore della compagnia assicuratrice e invece li versava propri conti correnti dai quali traeva poi i fondi per condurre un tenore di vita ben al di sopra delle sue capacità economiche tra cui l’acquisto di autovetture di lusso (Porsche e Bmw) e di immobili residenziali.
Il sub agente tra l’altro concludeva le polizze o percepiva i pagamenti negli ambienti dell’agenzia, così da convincere i truffati che stavano veramente concludendo i contratti direttamente con la nota ed affermata compagnia, che invece era all’oscuro delle truffe che si stavano perpetrando.