GROSSETO – Torna l’appuntamento con #InstaPoll, i sondaggi che IlGiunco.net propone alla propria community per sapere come la pensa su alcune questioni di interesse generale. In vista dell’arrivo del Natale, via abbiamo chiesto se preferite più l’albero o il presepe.
E bene, il 67,5% dei votanti si è espresso a favore del presepe, una tradizione secolare che continua a mantenere un fascino elevato, soprattutto in Italia.
Questa usanza, all’inizio prevalentemente italiana, ebbe origine all’epoca di san Francesco d’Assisi, che nel 1223 realizzò a Greccio (Rieti) la prima rappresentazione della Natività dopo aver ottenuto l’autorizzazione da papa Onorio III. Francesco era tornato da qualche anno dalla Palestina e, colpito dalla visita a Betlemme, intendeva rievocare la scena della Natività in un luogo, Greccio, che trovava tanto simile alla città palestinese. Ma nella rappresentazione preparata da San Francesco, al contrario di quelle successive, non erano presenti la Vergine Maria, san Giuseppe e Gesù Bambino. Nella grotta fu celebrata la messa con un altare portatile, posto sopra una mangiatoia dove vi erano i due animali ricordati dalla tradizione, l’asino e il bue.
L’iconografia del presepio, su impulso di ciò che aveva fatto Francesco a Greccio, ben presto passò dall’ambito prettamente artistico a quello popolare, soprattutto all’interno delle chiese, nelle quali la rappresentazione della nascita di Gesù, con le statuine ed elementi tratti dall’ambiente naturale, diventò un rito irrinunciabile. Dal XVII secolo il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di “soprammobili” o di vere e proprie cappelle in miniatura anche grazie all’invito del papa durante il Concilio di Trento, che ne ammirava la capacità di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire popolare.
Il grande sviluppo dei presepi scolpiti si ebbe nel Settecento. Nello stesso secolo si diffuse capillarmente l’usanza di allestire il presepio nelle chiese. Alcuni di essi sono sopravvissuti, nonostante i molti furti subiti, e vengono tuttora esposti nel periodo natalizio. Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento il presepe arrivò anche negli appartamenti dei borghesi e del popolo, dove divenne il centro simbolico attorno al quale ruotano le festività natalizie. La diffusione dell’albero di Natale, infatti, non ha cancellato la tradizione del presepe, ma si è ad essa affiancata.
E in realtà la tradizione dell’albero natalizio è molto più antica di quella del presepe. Questa, infatti, trae le sue origini dagli antichissimi usi, tipici di varie culture, di decorare gli alberi con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, animaletti votivi in particolari periodi. L’abitudine di decorare alcuni alberi sempreverdi era diffusa già tra i Celti durante le celebrazioni per il solstizio d’inverno. I Romani, invece, usavano decorare le loro case con rami di pino durante le Calende di gennaio. Con l’avvento del Cristianesimo l’uso dell’albero di Natale si affermò anche nelle tradizioni cristiane, anche se la Chiesa delle origini ne vietò l’uso sostituendolo con l’agrifoglio, per simboleggiare con le spine la corona di Cristo e con le bacche le gocce di sangue che escono dal capo.
Nel Medioevo i culti pagani vennero generalmente intesi come una prefigurazione della rivelazione cristiana. Oltre a significare la potenza offerta alla natura da Dio, l’albero divenne quindi simbolo di Cristo, inteso come linfa vitale, e della Chiesa, rappresentata come un giardino voluto da Dio sulla terra. L’albero natalizio ha una valenza cosmica che lo collega alla rinascita della vita dopo l’inverno e al ritorno della fertilità della natura. L’albero cosmico o albero della vita è stato anche associato alla figura salvifica di Cristo e alla croce della Redenzione, fatta appunto di legno.
Fonte: Wikipedia.