GROSSETO – Se si pensa alla città di Grosseto, la mente va subito a piazza Dante e, con questa, alla statua di Canapone, posta nel suo centro. Il monumento, che guarda al Duomo e al municipio e ha alla sua destra il Palazzo della Provincia, fu realizzato dallo scultore ascianese Luigi Magi poco prima della metà dell’Ottocento. La sua collocazione al centro di piazza delle Catene risale alla primavera del 1846.
Ma chi è Canapone? Altro non è che Leopoldo II di Lorena, ultimo granduca di Toscana, soprannominato affettuosamente dai maremmani Canapone per il chiaro colore dei suoi capelli, simile a quello della canapa.
Leopoldo II di Lorena, nato a Firenze nel 1797 e divenuto granduca nel 1824 dopo la morte del padre Ferdinando III, è particolarmente ricordato nel grossetano perché autore dell’importante opera di bonifica del territorio, impresa che iniziò nel 1828, quando in Maremma, allora terra paludosa e malsana, arrivarono circa 4mila uomini, tra cui ingegneri, idraulici ed opera. Dopo due anni dall’inizio dei lavori, nel 1830, veniva aperto il primo canale diversivo lungo 8 chilometri, successivamente ampliato a 17. Nel 1834 veniva ultimato il secondo canale, poi si passava alla realizzazione di quelli emissari.
Il lavoro continuò ininterrottamente fino al 1848, dopo di che gli eventi politici ed economici del Granducato iniziarono progressivamente a prendere il sopravvento, andando a influire sulla realizzazione dell’opera. Sarebbero stati, infatti, 11 anni di fuoco per Leopoldo II di Lorena che, da paladino dei diritti, e perciò molto amato dal popolo, passerà all’esilio e, infine, all’abdicazione.
Tornando al monumento a Canapone, che si trova in corrispondenza del punto in cui sorgeva il pozzo che nei secoli precedenti dava l’acqua alle abitazioni del centro storico, questo è un complesso scultoreo realizzato in marmo bianco e collocato sopra un alto basamento. La statua centrale, più alta rispetto alle altre, rappresenta il granduca Leopoldo II di Lorena: volto rilassato, barba e sguardo rivolto alla sua sinistra, verso una donna dal volto triste, che tiene con la sua mano sinistra risollevandola. La donna, madre del bambino morente che si appoggia con la testa sulla sua coscia sinistra, è la raffigurazione allegorica della Maremma, mentre il bambino morente rappresenta il futuro a cui sembrava essere destinata. Tuttavia, come fanno notare i critici d’arte, nello sguardo della donna rivolto verso il granduca si scorgono segnali di speranza. Infatti, con la mano destra Canapone tiene un bambino nudo, più grande del morente accasciato su Maremma, che schiaccia con i suoi piedi un serpente che, al tempo stesso, viene morso da un grifone. Il bambino tenuto per mano dal granduca è il simbolo del cambiamento positivo che Leopoldo II di Lorena è riuscito a dare al futuro della terra di Maremma, contribuendo a debellare la malaria, rappresentata dal serpente morente alla cui uccisione collabora anche il grifone, che rappresenta la città di Grosseto.
Con Leopoldo II di Lorena, la cifra spesa per la bonifica della Maremma superò i 20 milioni di lire toscane, una somma enorme per il tempo. E’ vero, Canapone non ebbe il tempo di portare a compimento l’opera di bonifica, ma la sua figura è entrata nei cuori dei maremmani, tanto da risultare l’uomo politico più apprezzato di sempre.