CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – «Da due settimane oramai gran parte della flotta pescherecci di Castiglione della Pescaia è costretta ad ormeggiare nel porto di Punta Ala a causa dell’insabbiamento dell’imboccatura del porto fino a 80/100 metri» a dirlo Giuseppe Temperani, pescatore e responsabile provinciale settore pesca per Forza Italia, «una situazione grave, che si è venuta a creare dopo le recenti piene e non solo».
«Dalla parte di levante (faro verde) si è depositata la sabbia che la piena ha trasportato da quello che rimaneva della spiaggetta (30 metri) dalla parte di ponente (faro rosso) la solita sabbia come diciamo (mai ascoltati da anni!) viene depositata troppo vicina all’imboccatura, forse consigliata da uffici di competenza non all’altezza. In poche parole si è venuto a creare un banco di sabbia unico, compatto dove il fondale oscilla tra 1,50/2 metri, praticamente insormontabile. Quindi si ritiene opportuno al più presto intervenire, visto la presenza della succhiona, per agevolare il ritorno al porto-base dei pescherecci, facendo magari rientrare il tutto nell’ambito dell’emergenza regionale».
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale di Forza Italia Massimiliano Palmieri, che vuole ricordare che «la succhiona l’avevamo di proprietà del comune Castiglione. Sono state fatte molte critiche su di essa che risultava costare troppo per la manutenzione e non essere idonea ai servizi che doveva svolgere e quindi venduta. Ad oggi rivediamo la suddetta succhiona, presa in affitto operare in qualche occasione. La prima considerazione che mi viene in mente forse perché era stata comperata da una parte di colore politico non attuale? O che non si era capito a cosa potesse servire quel mezzo da lavoro? Quel determinato mezzo serviva per risolvere il problema di insabbiamento nel nostro porto, non solo per far rientrare la flotta di pescherecci, ma anche per altre imbarcazioni che hanno pescaggio come loro (barche a vela). Mi viene in mente anche il disagio economico che può portare e porta al distributore di carburanti visto che la flotta dei pescherecci debba andarsi a rifornire altrove».
«Approfitto per sottolineare i disagi e gli sforzi ingiustificati degli addetti alla pesca, dopo ore ed ore faticosissime di lavoro assiduo e notturno si ritrovano costretti a doversi rifornire di carburante troppo costoso – prosegue Palmieri -. Ogni settimana devono, obbligatoriamente, recarsi al porto di Scarlino. I suddetti lavoratori, hanno soltanto tre posti per cinquepescherecci a Punta Ala! Capite bene, le forti criticità e le problematiche che ostacolano il lavoro di tutte queste persone che da anni sono costrette a lavorare in pessime condizioni, nonostante rappresentino una risorsa primaria per la vita del nostro paese. Ci auspichiamo che prima possibile vengano ristabilite le profondità per la sicurezza del porto e magari rifare un pensierino per riappropriarsi di una nuova succhiona».