PORTO ERCOLE – Le associazioni ambientaliste Italia Nostra e Wwf hanno inviato una segnalazione al sindaco del Comune di Monte Argentario, al soprintendente di Siena e Grosseto, alla direttrice generale Abap del Ministero dei Beni culturali e al presidente della Regione Toscana riguardo al “Piano attuativo per la realizzazione di una struttura ricettiva presso l’area dello stabilimento ex Cirio di Porto Ercole”, chiedendo di intervenire affinché la zona in oggetto non venga stravolta da trasformazioni che ne potrebbero alterare irreversibilmente l’aspetto paesaggistico e ambientale attuale.
“L’intervento per la trasformazione dell’area Cirio – dichiarano il presidente di WWF Grosseto Luca Passalacqua e il presidente della sezione di Italia Nostra Maremma Toscana Michele Scola – è strettamente connesso ad alcune opere previste nel nuovo progetto del Porto, e per favorire la massima funzionalità dei due progetti è stata proposta un’ampia zona di trasformazione, che si sovrappone lungo tutta la costa nord del porto, senza la quale gli interventi non sarebbero possibili: questo determina un forte impatto ambientale e paesaggistico. Nel progetto sono infatti previsti ingenti lavori: il massiccio banchinamento della costa nord del porto che coprirebbe il tratto di mare, la spiaggia rocciosa naturale e l’eliminazione delle attuali zone a verde; lo scavo profondo in un’ampia zona al di sotto degli attuali edifici e del livello mare; il notevole abbassamento dei fondali attuali nella zona di mare antistante l’area ex Cirio”.
“Tutto questo creerà diversi tipi di impatti – continuano -: un impatto ambientale per tutta la durata dei lavori, sia nell’area intorno all’ex Cirio che nella zona del porto. Infatti, prevedendo una durata di almeno 3/4 anni, ci sarà traffico di materiali e mezzi pesanti, gli scavi e i dragaggi influiranno sul traffico e sull’accessibilità al porto e tali disagi creeranno un impatto economico negativo sulle presenze turistiche per tutto il periodo; un impatto finale sul paesaggio e sull’ambiente, per cui Porto Ercole cambierà completamente aspetto, con incremento del traffico di autoveicoli, con incremento di inquinamento sia dell’aria che delle acque del porto, e soprattutto con la perdita della visuale aperta sul mare e su Ansedonia (Orbetello); tutti i lavori causeranno la scomparsa di quelle caratteristiche costiere riconosciute dai piani comunali e regionali vigenti”.
“Le associazioni ritengono che sarebbe molto più ragionevole un radicale ridimensionamento di entrambi i progetti (del Porto e della ex Cirio) evitando così non solo l’avvio di faraonici e costosi interventi, di dubbia e possibile completa realizzazione, ma soprattutto una trasformazione paesaggistica e ambientale che si ripercuoterebbe negativamente sull’economia del paese di Porto Ercole” concludono Passalacqua e Scola.