GROSSETO -“Temo che Italia viva abbia davvero dato i numeri. Nel senso che non tornano proprio i ‘conti’ di quello che dice, considerate le valutazioni nel merito della variante del Casalone – che dimostra di non aver letto – e ritenuti i calcoli errati degli oneri che ritiene che verranno introitati dal Comune. Provando a spiegare a chi non legge i documenti e spesso ignora le procedure, vengo a ribadire alcune circostanze”. A parlare Fabrizio Rossi, assessore all’Urbanistica.
“La prima, appunto, è che fare dei conteggi puntuali o sostenere che l’amministrazione ignora cifre esorbitanti è palesemente falso. Non è un caso che abbiamo voluto fortemente la variante proprio per i suoi ‘numeri’ positivi, in termini occupazionali, di investimento e di oneri e incrementi patrimoniali per il comune di Grosseto, che la rendono un’operazione non solo positiva per l’economia cittadina in genere, ma sopratutto utile per ricucire un’area (quella ex Acli) avulsa e in un contesto periferico, spesso oggetto di degrado – continua Rossi -. Al contrario è Italia viva e tutta la sinistra che è intervenuta per frenare lo sviluppo dell’area e degli investimenti privati sul territorio urbanizzato cittadino, ignorando i saldi positivi in termini di occupazione, investimenti e lavoro. Evidentemente a loro non interessano, a Italia Viva interessa più la sterile polemica dei conti. Riportare in città quell’area riqualificandola e rendendola più fruibile oltre che dotata di servizi è certamente un obbiettivo di questa amministrazione, ma evidentemente non lo è della sinistra”.
“I ‘conti’, lo si ripete, non è possibile farli nel dettaglio, come fa in maniera spregiudicata e fittizia Italia viva, poiché è con il piano attuativo e il successivo permesso a costruire che si faranno davvero, non sui giornali bensì negli atti amministrativi – prosegue l’assessore -. A meno che il neonato partito di Matteo Renzi abbia acquisito doti di chiaroveggenza, gli unici dati certi sono gli indici di edificabilità della scheda normativa (i più bassi della città, nell’ottica del contenimento del consumo di suolo) e i dati complessivi dell’area. Solo con il piano attuativo e la convenzione con il Comune si potranno fare previsioni certe. E senza sparare numeri a casaccio sui giornali, è bene chiarire (sperando sia l’ultima volta) che gli extraoneri di cui al dpr 380/2001 sono ampiamente garantiti dal valore della area a cessione (pari al 33,32% della intera superficie territoriale), dal valore del centro cicloturistico valutato tenendo conto del solo valore di costruzione, dal contributo di sostenibilità, dal valore dell’area ceduta per la realizzazione di una rotatoria in via Sordi, dalla sistemazione della via Mastroianni, dal valore della realizzazione dell’eccedenza degli standard urbanistici dm 1.444/68, dal valore proprio della s.e. dell’erp”.
“Gli extraoneri serviranno alla risoluzione del traffico veicolare alle quattro strade di Grosseto e all’unico semaforo (da demolire) rimasto in città in viale Sonnino con abbattimento dell’inquinamento delle polveri sottili, il tutto come ampiamente desumibile dalla scheda normativa approvata che, evidentemente, non è stata minimamente compresa da Italia viva o chi scrive per loro, sin dalla sua adozione. Casomai – conclude Fabrizio Rossi -, se avessero ascoltato bene quanto riferito dal sottoscritto in Consiglio comunale, la riduzione della superficie edificabile dell’intervento, ha determinato una riduzione degli introiti di cui al contributo di sostenibilità. Ma per loro la circostanza è irrilevante, basta uscire un po’ dall’anonimato”.