GAVORRANO – Nel Consiglio comunale di domani il Comune di Gavorrano conferirà la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre. Scrive il sindaco Andrea Biondi:
Considerato che la storia della nostra comunità è profondamente legata alla Resistenza ed alla lotta al nazifascismo, basti citare, in merito, le bande partigiane di Ravi e Giuncarico che furono tra le prime della provincia a costituirsi all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1944, alcune importanti figure dell’antifascismo quali il partigiano Dante Campori, o il fondatore del movimento antifascista “Italia Libera” Randolfo Pacciardi, gli episodi tristemente noti di rappresaglie naziste avvenute sul territorio come la fucilazione del partigiano Flavio Agresti avvenuta a Potassa e l’importante supporto prestato dalle bande partigiane alle truppe americane nel processo di liberazione.
Rilevato che: le minacce, ricevute ogni giorno dalla senatrice a vita Liliana Segre, che hanno determinato la necessità di prevederne la scorta armata, evidenziano la riemersione di idee razziste e discriminatorie, all’interno di una crescente spirale di odio, intolleranza, fascismo e antisemitismo che non può lasciare indifferenti, ma che è necessario combattere con ogni mezzo; tali deprecabili parole, atti, gesti e comportamenti costituiscono un pericolo per la democrazia e la convivenza civile, per cui diventa fondamentale far emergere in maniera netta la lontananza del Comune di Gavorrano da tali manifestazioni ideologiche ed il sostegno a chi subisce questi atti vergognosi.
Ricordato che: la signora Segre, nata a Milano il 10 settembre 1930, in quanto ebrea, rimase vittima delle leggi razziali fasciste all’età di solo 8 anni, nel settembre del 1938 fu costretta ad abbandonare la scuola elementare per trascorrere con alcuni familiari un lungo periodo in fuga dalle persecuzioni razziste; nel tentativo di trovare salvezza in Svizzera, fu bloccata al confine il 7 dicembre 1943, trasferita in Italia e tratta in arresto nei pressi di Varese, poi venne condotta in diverse carceri lombarde, fino a San Vittore a Milano dove rimase detenuta per 40 giorni, in quel Quinto raggio che il fascismo aveva destinato agli ebrei”; il 30 gennaio 1944 venne deportata con il padre in Germania, dal “Binario 21” della Stazione Centrale di Milano, dopo una breve sosta nel campo di transito di Fossoli, il 6 febbraio arrivò al campo di concentramento di Birkenau-Aushwitz ed internata nella sezione femminile; il padre morì nell’aprile, mentre i nonni paterni, deportati ad Auschwitz a maggio, furono uccisi poco dopo il loro arrivo; il 27 gennaio 1945, per sfuggire all’avanzata dell’Armata Rossa, i nazisti sgomberarono il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz trasferendo a piedi 56.000 prigionieri tra cui anche Liliana Segre, in un viaggio della morte verso la Germania. Non ancora 15enne, fu condotta nel campo femminile di Ravensbrück ed in seguito trasferita, nel sotto campo di Malchow, nel nord della Germania. Fu liberata il 1° maggio 1945, dopo l’occupazione del campo di Malchow da parte dell’Armata rossa, tornando a Milano solo nell’agosto 1945; Liliana Segre è una dei 25 sopravvissuti tra i 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz; nel 1990, dopo 45 anni di silenzio sulla sua storia personale, decise di partecipare ad alcuni incontri con gli studenti delle scuole di Milano portando la sua testimonianza di ex deportata, diventando una testimone importantissima per l’Italia, fino ad essere nominata Senatrice a vita nel gennaio 2018 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Evidenziato che Liliana Segre ha continuato in tutti questi anni a portare pubblicamente la sua testimonianza storica promuovendo campagne per i diritti umani, per debellare il razzismo e l’antisemitismo che, secondo la Segre, “non sono mai sopiti, solo che si preferiva nel dopoguerra della ritrovata democrazia non esprimerlo. Oggi è passato tanto tempo, quasi tutti i testimoni sono morti e il razzismo è tornato fuori così come l’indifferenza generale, uguale oggi come allora quando i senza nome eravamo noi ebrei”.
Ritenuto che Liliana Segre rappresenti una delle figure più nobili del Paese, testimone vivente del valore della memoria come leva fondamentale per mantenere vivo il ricordo del passato, contro ogni forma di discriminazione, ogni forma di totalitarismo; baluardo instancabile di valori civili, come la lotta all’indifferenza di fronte all’imbarbarimento e alla violenza, che sotto forme nuove tentano di riaffacciarsi nella storia dei nostri giorni.
Preso atto di quanto sopra, l’amministrazione comunale intende esprimere la propria solidarietà e la propria vicinanza alla senatrice Liliana Segre confermando il proprio impegno nel combattere l’intolleranza e il razzismo, l’antisemitismo e le politiche che si basano sull’istigazione all’odio, nel ribadire quanto certe azioni e certe parole siano lontane dal sentimento della comunità locale che affonda le sue radici nei valori dell’antifascismo. Ritenuto opportuno deliberare il conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, impegnando al contempo l’amministrazione comunale a fare pervenire alla senatrice il messaggio di stima e di profonda solidarietà per le ignobili aggressioni di cui è stata oggetto ed il profondo rispetto per la sua storia personale che la rende preziosa testimone di una tragedia, l’Olocausto, sul quale non è tollerabile alcun revisionismo, negazionismo o sottovalutazione.