ROCCASTRADA – Il 18 novembre l’Ufficio di Presidenza ha espresso il proprio parere favorevole e così Roccastrada è ufficialmente membro dell’associazione “Avviso Pubblico – Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”.
“Avviso pubblico” è una rete di enti locali che concretamente si impegnano per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, mettendo insieme idee, progetti, servizi, con l’obiettivo di far circolare informazioni e di mettere in relazione tante esperienze.
L’Associazione non ha fini di lucro e persegue finalità come la diffusione dei valori e della cultura della legalità e della democrazia attraverso un impegno concreto da parte degli enti che aderiscono, attivandosi in tutti i modi possibili nell’azione di contrasto alla criminalità e alle diverse forme di illegalità.
Lo scopo è anche quello di mettere in rete gli enti locali e territoriali d’Italia per favorire lo scambio di esperienze ed informazioni socio-culturali per favorire la crescita del singolo e delle comunità di cittadini, promuovendo anche lo scambio tra culture geograficamente lontane mediante forme di gemellaggi e sostegni tra enti locali e territoriali omologhi oppure tra organi e servizi dei territori di competenza degli enti aderenti.
“Se il contropotere criminale è negazione dei diritti, è prevaricazione del forte sul debole – queste le parole del sindaco Francesco Limatola -, l’educazione alla legalità può essere un modo concreto ed efficace per combatterlo. Bisogna tenere alta l’asticella della legalità visto che nessun territorio è immune da infiltrazioni criminali. Quindi importante fare rete con le altre istituzioni ed è anche questo il senso dell’adesione ad avviso pubblico”.
“Ogni istituzione deve fare la propria parte – prosegue Limatola – e tanto più devono farla le istituzioni più vicine ai cittadini (Comuni, Province, Regioni, Comunità Montane), oggi fortemente legittimate dal voto popolare diretto. In esse, una nuova classe dirigente sta seriamente lavorando. Una leva di amministratori e amministratrici che, al di là dell’appartenenza politico – ideologica, colloca il bene comune al di sopra delle proprie posizioni, si cimenta con l’etica della responsabilità, ricerca un dialogo con i cittadini e ne sollecita la partecipazione. A tale classe dirigente spetta oggi il compito di “organizzare la legalità”, offrendo ai cittadini le occasioni e gli strumenti per sottrarsi all’invasione del contropotere criminale”.