GROSSETO – «Sarebbe riduttivo considerarlo soltanto un ‘cantore della natura’. È molto di più. E fortunatamente, potremmo azzardare. Nelle canzoni del 26enne, che della definizione di ‘giovane’ non sa che farsene rispondendo candidamente “è vero che per ora non sono mai stato vecchio”, si ritrova, infatti, più che una serie di citazioni colte, una vocazione alla costruzione delle canzoni in linea con la tradizione della miglior scuola dei cantautori italiani». Lo scrive Giammarco Aimi su Rolling Stone, una tra le riviste di musica più importanti a livello mondiale. Aimi ha intervistato il cantautore maremmano Lucio Corsi in vista dell’uscita del suo nuovo album, nel 2020, che sarà prodotto da Francesco Bianconi dei Baustelle, di cui ha aperto numerosi concerti.
Lucio Corsi, originario di Val di Campo di Vetulonia, dopo varie esperienze con gruppi della zona, si trasferisce a Milano. Qui fonda un duo musicale con il quale inizia a suonare sia nei locali che in strada. “Con una buona dose di cocomeri, dinosauri, farfalle e sigarette per la testa decide di intraprendere la carriera solista proponendo brani propri in italiano” si legge sulla sua pagina Facebook.
Ispirato da Fabrizio De André, Bob Dylan, i Beatles, Neil Young e Blues Brothers, in letteratura Lucio subisce le influenze di Luciano Bianciardi, “il mio conterraneo con la sua forte storia di emigrazione a Milano da Grosseto”. Ma, ammette, sono gli animali ad essere la sua prima fonte di ispirazione: “Sono l’emblema massimo della fantasia. Basta guardarli, con quelle forme e colori. Sono esseri totalmente fantastici”.
Qui trovate il video del suo ultimo singolo Cosa faremo da grandi?.