GROSSETO – «Quanto denunciato nei giorni scorsi dal PCI su che cosa avveniva sull’oculistica ha spinto l’azienda sanitaria a “congelare” gli affidamenti al privato e prendere provvedimenti con la presentazione di un progetto per abbattere le liste di attesa attraverso prestazioni pubbliche» afferma il Pci di Grosseto. «Un progetto però sperimentale sul quale si nutrono non pochi dubbi perché quel miracolo di ridurre le liste a 3 mesi non pare scontato e quegli affidamenti potrebbero tornare presto in pista».
«Intanto la Regione e la Saccardi arrancano per indagare sull’intramoenia che costa ai cittadini ben 27 milioni di euro all’anno e che rappresenta una modalità completamente difforme alle norme di riferimento. Infatti per l’attività di libera professione esercitata da dirigenti medici, non si dovrebbero creare conflitti tra quanto percepiscono dalla ASL/Regione e quanto ricavano dalla libera professione».
«L’attività, per legge, non dovrebbe mai superare il normale lavoro ospedaliero – prosegue il Pci -. Non è così: nella nostra provincia ci sono professionisti che fatturano oltre 20.000 euro mensili di media per prestazioni di libera professione, se andiamo a vedere altre realtà della Toscana ci sono cifre da capogiro con alcuni professionisti che fatturano una media di oltre 60.000 euro mensili per prestazioni di intramoenia. C’è poco da indagare e analizzare. Per il PCI queste cifre sono uno scandalo aggravato dal fatto che non si procede con assunzioni di nuovi e giovani medici per favorire incrementi dei profitti di pochi».
«Per difendere l’indifendibile, scendono in campo anche addirittura Marras, Termine e Giuntini. La casta che prepara la difesa di se stessa e dopo anni di silenzio, in vista delle prossime regionali, la paura che si ripeta il voto del marzo 2018 fa novanta ed allora inizia la campagna elettorale piena di effetti, rassicurazioni, annunci di una realtà che nei fatti è sostanzialmente mutata in peggio. I numeri sparati sulla stampa per rassicurare sull’ospedale di Massa non raccontano la verità perché, a parere del PCI, sono gonfiati ad arte e non consentono un’analisi vera della situazione».
«C’è da chiedere ai tre esponenti del PD dove sono stati in tutti questi anni quando le aziende hanno sforbiciato in lungo e in largo sulla sanità regionale, provinciale e locale e solo oggi, a pochi mesi dalle elezioni, si fanno sentire, quando ormai c’è rimasto ben poco da tagliare. Per essere concreti Marras ci dovrebbe spiegare che cosa ha fatto in questi anni, quando la Regione ha tagliato oltre 2300 posti letto negli ospedali regionali, che cosa pensa della carenza di medici, infermieri e operatori sanitari pari a circa 5000 unità, per fare solo alcuni esempi che lo riportano nel mondo reale» continua la nota.
«Termine invece dovrebbe spiegare ai grossetani che cosa ha fatto quando dagli ospedali della provincia sono spariti 200 posti letto, reparti, operatori e nessun intervento sul territorio è stato portato a termine come, ad esempio, le case della salute attese dal 2015 anche nelle sue Colline Metallifere. Giuntini dovrebbe raccontarci dove è finita la pneumologia, dove sono i letti di psichiatria, quando sono stati rimpiazzati i chirurghi andati in pensione negli anni, perché non ci sono alcune prestazioni radiologiche la notte, il sabato, la domenica o, se vuole, se ci sono sempre i 116 posti letto-poltrone al Sant’Andrea».
«Un esempio per tutti per fare la sintesi: incidente il venerdì sera, intervento tempestivo del 118, previsto ricovero su Massa che viene poi smentito e l’infortunato trasportato a Grosseto perché la radiologia dal venerdì funziona in maniera ridotta – afferma il Pci -. Questa è la realtà e se la sanità pubblica ancora dà risposte lo deve a tutto il personale che si impegna ed è professionalmente valido e non all’attenzione delle istituzioni e del PD che in questi anni si è impegnato a salvare banche, tentare di annientare la Costituzione, favorire il mercato precarizzando il lavoro e cercare di restare al comando prima con Alfano, Verdini e oggi con i 5 Stelle pur di non mollare il potere. Si fanno appelli per arginare una deriva di destra ma non ci pare che la qualità dell’offerta e soprattutto i comportamenti dei governi nazionali a guida PD e di una Regione che si definiva “rossa” e all’avanguardia per la sanità, siano alternativi ad altri governi regionali e, soprattutto, rispettosi di quei principi costituzionali che sulla sanità parlano di universalità, equità e pari opportunità per l’accesso alle cure».