GROSSETO – Una società con sede in Maremma, tre immobili ad Aversa, e poi conti correnti e beni. È quanto sequestrato dalla DIA di Firenze ad un esponente della camorra che vive da molti anni in provincia di Grosseto. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, scaturisce da una proposta di misura di prevenzione patrimoniale a firma del direttore della Dia (Direzione investigativa antimafia), generale Giuseppe Governale.
L’uomo, 60 anni, nato ad Aversa, sin dagli anni ottanta ha vantato una “posizione di rispetto” nell’ambiente criminale casertano, dove ha svolto attività concreta in favore dell’organizzazione, recandosi materialmente sui cantieri per riscuotere il prezzo delle estorsioni.
Già condannato, nel 1997, dalla Corte di Assise d’Appello di Napoli a tre anni di reclusione per appartenenza alla “nuova camorra organizzata”, viene nuovamente condannato, nel 2000, dal medesimo organo giurisdizionale a dieci anni di reclusione per omicidio. Alternando periodi di carcere ad altri di semilibertà, negli anni duemila il camorrista si stabilisce con la famiglia in Maremma, a Follonica, dove fino al 2006 gestisce un hotel tramite una società di capitali intestata alla moglie.
Ulteriori condanne, anche per associazione camorristica, generano nei suoi confronti un cumulo di pena pari a 18 anni di reclusione, terminati nel 2016. Le indagini economico-patrimoniali, condotte di recente dalla DIA di Firenze sul conto dell’uomo, hanno consentito di dimostrare la netta sproporzione tra la capacità reddituale manifestata e quella dichiarata al fisco, cosa che ha portato al sequestro di oggi, in cui rientra una società con sede legale a Grosseto, tre immobili ad Aversa e alcuni rapporti bancari e finanziari, in Italia ed all’estero, per un valore, questi ultimi, di oltre 300mila euro.