GROSSETO – Torna l’appuntamento con #InstaPoll, i sondaggi che IlGiunco.net propone alla propria community per sapere come la pensa su alcune questioni di interesse generale. In questi giorni il dibattito pubblico si è focalizzato sulla plastic tax, la nuova tassa sulla plastica contenuta nella bozza della prossima legge di bilancio che prevede imposte, fino a un euro al chilo, su prodotti monouso come bottiglie di plastica, buste e vaschette in polietilene, ma anche anche su polistirolo, tappi delle bottiglie, etichette e materiali plastici usati per protezioni e imballaggi. L’obiettivo della tassa è quello di sviluppare un’economia circolare, ridurre la quantità di rifiuti nonché l’inquinamento, tutelando così l’ambiente. Per questo, vi abbiamo chiesto se siete d’accordo o meno sull’introduzione della tassa sulla plastica.
La plastic tax recepisce, in modo più blando, la direttiva europea su determinati prodotti in plastica monouso adottata lo scorso maggio dal Consiglio dell’Unione europea. La norma europea, infatti, stabilisce una regolamentazione più severa, vietando anche, per esempio, l’utilizzo di alcuni prodotti in plastica usa e getta per i quali esistono valide alternative. Secondo le nuove regole europee, i piatti, le posate, le cannucce, le aste per palloncini e i cotton fioc in plastica monouso saranno vietati entro il 2021. Per quanto riguarda le bottiglie di plastica, queste dovranno essere, almeno per il 25%, costituite da materiale riciclato entro il 2025 e da almeno il 30% entro il 2030. La tassa sulla plastica, così come prevista dalla bozza della manovra di bilancio, non riguarderebbe tutti i prodotti monouso. Per esempio, l’aumento non colpirebbe le siringhe, le taniche e tutti quegli oggetti di plastica che, al di fuori dell’ambito sanitario, possono avere un uso più duraturo.
L’obiettivo della tassa, come detto, è quello di tutelare l’ambiente e muovere i primi passi verso una riconversione dell’economia in senso circolare. Per farlo adeguatamente, però, è necessario pensare a degli ‘ammortizzatori’ che evitino il declino dell’industria di settore. Per questo la bozza prevede incentivi per le aziende che operano con la plastica che decideranno di trasformarsi producendo materiali biodegradabili e compostabili. Si tratterebbe di un credito d’imposta del 10% sulle spese sostenute. In termini di gettito nelle casse dello Stato, la tassa assicurerebbe 1,1 miliardi di euro nel 2020, circa 1,8 miliardi nel 2021 e 1,72 miliardi di euro l’anno a decorre dal 2023.
La tassa sulla plastica sta, però, facendo tremare l’esecutivo, determinando posizioni divergenti proprio nella maggioranza. Matteo Renzi ha attaccato la manovra chiedendone il ritiro. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, invece, è uno strenuo sostenitore della stessa: a detta sua la plastic tax rappresenterebbe un passo importante verso una politica ambientale al passo con i tempi. La pensa uguale il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che si dice sorpreso dalle critiche mosse da alcuni esponenti della maggioranza, sottolineando che “c’è un uso smisurato della plastica” e tutto il mondo va verso una riduzione. Oltre a Renzi, anche il dem Stefano Bonaccini, attuale presidente della Regione Emilia Romagna e candidato alle prossime elezioni regionali, mostra le sue perplessità. Visto che l’Emilia Romagna è una regione leader nel comparto del packaging e dell’imballaggio, il presidente è preoccupato per le possibili ripercussioni che l’introduzione della plastic tax potrebbe avere sul voto regionale di gennaio. Per questo ne richiede una revisione. Le polemiche sono alimentate dalle stime di Federconsumatori, che teme che le aziende scarichino il prezzo della tassa sul consumatore. L’associazione prevede che l’aumento potrebbe aggirarsi intorno ai 138 euro per famiglia.
Il pressing di imprese e politica sulla plastic tax inizia a mostrare i primi effetti. La legge di bilancio è appena arrivata sul tavolo della commissione Bilancio del Senato e già al ministero dell’Economia si cominciano a studiare i primi possibili correttivi. Le modifiche, comunque, punterebbero a salvare il principio guida dell’imposta, ovvero quello di incentivare, anche per via fiscale, un cambiamento nelle produzioni e nelle abitudini di consumo, rendendo l’impatto più morbido, graduale e progressivo nel tempo. Contemporaneamente, si pensa di aiutare in modo più importante le aziende di settore nel loro sforzo di riconversione produttiva verso il plastic free.
Per quanto riguarda i risultati del nostro #InstaPoll, il 72,3% dei votanti ha detto di non essere d’accordo con la plastic tax. Di contro, il 27,7 si dice a favore.