ORBETELLO – «In Maremma i trasporti si sono fermati agli anni ’70» afferma un nostro lettore Lorenzo Piermattei che invia una riflessione condivisa anche con altri pendolari. «Almeno per chi, da Orbetello, ogni giorno deve raggiungere il capoluogo di provincia per lavorare, con il treno delle 6 e 44 del mattino».
«Il treno venne messo in forze da Ferrovie dello Stato, a metà degli anni settanta, per volere di alcuni studenti universitari per raggiungere Firenze. Il convoglio, chiamato “Freccia dell’Argentario”, compiva la distanza Orbetello-Firenze in poco meno di tre ore e mezza. Il problema è che gli studenti il treno lo hanno ottenuto, ma lo hanno anche lasciato in eredità fino ai giorni nostri! Si perché il modello di locomotore, è lo stesso di quando, più di quarant’anni fa, la popolazione ne fece richiesta».
«Il convoglio è un treno con carrozza semipilota, cioè vale a dire che nel vagone c’è un piccolo scomparto adibito al personale di bordo, con tutta la strumentazione necessaria – prosegue la nota del lettore -. Ultimamente i pendolari hanno a disposizione una sola carrozza semipilota (Modello D-445), con il rischio di fare una quarantina di chilometri in piedi tra puzza di gas di scarico, e la non perfetta pulizia delle sedute, di avere una temperatura tropicale in inverno o polare in estate; il tutto con dei prezzi che aumentano ingiustifacatamente di semestre in semestre (72 euro l’abbonamento mensile per la tratta Orbetello-Grosseto A/R)».
«Possibile che il trasporto regionale non abbia un diverso mezzo di trasporto da poter mettere a disposizione dei propri clienti? I denari che si intascano sono buoni come quelli di chi usa altre tratte con condizioni migliori. E questo mi riporta a fare un’altra considerazione sulla suddivisione di due specifiche aree geografiche toscane, in particolare quella maremmana, con disequità di considerazione a nord ed a sud del fiume Ombrone».