GROSSETO – Il segretario del Pd di Grosseto Leonardo Culicchi commenta l’ipotesi di candidatura del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna come presidente della Regione Toscana, in vista delle prossime regionali del 2020.
“Trovo surreale e quasi ridicola – scrive Culicchi – la lite all’interno del centrodestra per la candidatura, ancora teorica, del sindaco Vivarelli Colonna come presidente della Regione Toscana. Capisco che riempirci per anni di promesse con lo slogan “benessere e bellezza”, e l’abilità nel far passare il suo dovere quotidiano in uno straordinario regalo alla città, lo ha reso uomo mediatico. Ma personalmente spero proprio che rimanga e ci dimostri, nel 2021, quanto ha cambiato Grosseto nei fatti, perché sono sempre di più i cittadini che si guardano intorno e questo cambiamento non lo vedono”.
“Capisco pure che personaggi politici del luogo che hanno visto il loro consenso crescere senza fare niente – aggiunge – ma godendo del riflesso del leader nazionale, perdere un sindaco così visibile da una parte li spaventi e dall’altra alimenta la fame di facili poltrone in un teatrino davvero imbarazzante. Ognuno è libero di credere a ciò che vuole ma che Antonfrancesco Vivarelli Colonna abbia voluto fare il sindaco di Grosseto usando questa città come trampolino alla sua carriera politica è parso evidente fin da subito – rincara la dose il segretario Pd – e in ogni giorno del suo mandato. D’altronde è stato anche facile: le cose realizzate e veramente importanti erano già state pensate e progettate da altri. Invece la giunta Vivarelli Colonna ha solo portato avanti soluzioni semplici, rapide e quindi inefficaci se non addirittura dannose per la città ma con meno rischi alla carriera politica, perché ognuno fa come il proprio sindaco: non guarda alla progettualità di Grosseto come fine del suo impegno politico, ma come passaggio per poter dare continuità alle proprie ambizioni”.
“Il sindaco può fare quello che vuole – conclude Leonardo Culicchi – ma lo faccia senza tante sceneggiate e prese di giro come quella “Vado solo se me lo chiede la città” perché caro Antonfrancesco, sono convinto che se ti chiama Salvini a Firenze ci vai come un razzo”.