GROSSETO – In piazza e sulla strada per il Corridoio tirrenico. Una cosa è certa: il messaggio che la Maremma voleva lanciare è stato chiaro. Niente più divisioni e avanti compatti sulla richiesta di una strada sicura. La proposta di imprenditori, sindacati e politica adesso è comune: si metta in sicurezza l’Aurelia e si faccia presto. La manifestazione di oggi, con il lungo coreto di trattori, camion e auto che ha sfilato da Rispescia al Maremà attraversando la città di Grosseto, ha avuto una grande partecipazione e ha segnato uno spartiacque importante rispetto al passato. Niente più divisioni, ma un’unica voce che mette insieme tante sigle e tanti partiti, così come avvicina sulla stessa linea tanti comuni anche lontani geograficamente e unisce per una volta anche Provincia e Regione.
I numeri della manifestazione – Settecento persone, 50 mezzi tra trattori e camion, 200 auto. Sono i numeri ufficiali della grande manifestazione voluta dal mondo economico e dei lavoratori per dire sì all’adeguamento e messa in sicurezza dell’Aurelia, che con la regia della Camera di commercio ha riunito stamani due territori, Grosseto e Livorno, associazioni di categoria provinciali e regionali, sindacati, Legambiente, Parco della Maremma, associazione Vittime della strada, Regione e parlamentari toscani.
La manifestazione – Il corteo di protesta è partito alle 10 da Enaoli e si è mosso in direzione Grosseto percorrendo l’Aurelia fino a Grosseto sud, per poi effettuare uno spettacolare ingresso in città guidato da un autocarro con le bandiere di tutti i partecipanti e transitare nelle vie della città. Alle 11 la manifestazione è giunta nell’area tra via Cile e via Uruguay, zona Centro Commerciale Maremà e prima di tutto il presidente Camara di Commercio Riccardo Breda ha chiesto un minuto di silenzio per l’ultima vittima della strada, nell’incidente accaduto ieri a Capalbio in uno dei tratti più pericolosi dell’Aurelia. Poi, attorniato dai sindaci, dal presidente della Provincia, da quello della Regione e dalle categorie economiche e dai sindacati, Breda ha esordito così: “Da 50 anni si parla della realizzazione di una strada o autostrada, ma ad oggi c’è solo la vecchia Aurelia. Rivendichiamo con forza il completamento del Corridoio Tirrenico, tramite la messa in sicurezza dell’Aurelia ed il suo adeguamento, per garantire ai cittadini alle imprese sicurezza e lavoro. I giovani abbandonano la nostra terra ma noi li vogliamo qui”.
E ha concluso: “Oggi qui è rappresentata la Toscana tutta, a testimoniare il fatto che il corridoio Tirrenico non è solo un problema della costa, come ci ha detto anche Enrico Rossi. Noi non ci fermiamo, vogliamo essere ascoltati dal Governo e se sarà necessario il nostro corteo raggiungerà anche Roma”.
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Importanti anche le parole del sindaco di Grosseto e presidente della provincia Antonfrancesco Vivarelli Colonna che ha preso un impegno con i cittadini: «Basta parlare della strada della morte e basta con i morti di seria A e quelli di serie B. Questo territorio non può più aspettare. Siamo pronti ad andare a Roma per ottenere quello che vogliamo».
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Tra i partecipanti anche il governatore della Toscana Enrico Rossi. “Entro la fine dell’anno – ha detto al riguardo il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenuto al termine del lungo corteo di auto e di mezzi agricoli ed industriali che ha attraversato la città – è necessario che il Governo firmi con tutti i soggetti interessati un accordo di programma che contenga i tempi precisi e le risorse finanziarie che servono. Questo è ciò che chiediamo. C’è il contratto con Sat da risolvere – ha aggiunto Rossi – per poi poter affidare ad Anas la stesura del progetto esecutivo per la realizzazione di quattro corsie in sicurezza, con le complanari e i collegamenti adeguati con le località che si trovano lungo il percorso. Siamo consapevoli che adesso i soldi non ci sono, ma entro l’anno chiediamo che siano stanziati nella Legge di Bilancio. E vigileremo perché questo accada. Dopo il Patto per lo sviluppo della Toscana sottoscritto a Firenze, adesso siamo tutti uniti nel chiedere lo stesso impegno concreto, e i fatti, dopo tante parole».