GROSSETO – A soli 33 anni è stata eletta alla presidenza di Confindustria Toscana, oggi è vicepresidente nazionale di Confindustria ed è ai vertici dell’azienda chimica di famiglia, la Nuova Solmine.
C’è da crederle, dunque, quando sostiene di dover essere «ottimista per contratto e per natura» sul futuro delle imprese, anche quelle maremmane. Antonella Mansi sarà tra gli ospiti dell’assise 2019 della delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud, in programma venerdì 25 ottobre dalle ore 16.30 all’Hotel Airone, il cui tema sarà “Maremma 2029: ritorno al futuro”. E l’imprenditrice anticipa la sua visione, tra gli scenari attuali e quelli che verranno.
«Il contesto in cui viviamo non è semplice – premette Antonella Mansi – perché questa fase economica globale certamente non è brillante e mette le aziende in una condizione di grande pressione. Fortunatamente da qualche anno possiamo contare sulla forte spinta del provvedimento Industria 4.0, che abbiamo fortemente promosso e sostenuto, consapevoli che l’Italia deve produrre bene e qualificare le proprie produzioni, con l’obiettivo di far sì che le imprese possano competere sui mercati globali. La nostra forte vocazione è l’esportazione, il Made in Italy è sinonimo di eccellenza: per promuovere questi asset è indispensabile investire in tecnologie e formazione delle risorse umane, componenti fondamentali. Lo sviluppo culturale non è scontato, va orientato. Le politiche pubbliche possono fare moltissimo e in questo senso il provvedimento Industria 4.0 dà alle imprese leve importanti per investire e abbiamo segnali chiari che così sarà anche in futuro. Ovviamente questo va affiancato a politiche aziendali di formazione delle risorse umane e all’aggiornamento delle proprie competenze, in una logica di crescita continua». Una “ricetta” che vale in qualsiasi contesto, da quello nazionale a quello locale. In questo caso, maremmano.
«Nella nostra provincia – osserva Antonella Mansi – ci sono luci e ombre, imprese più virtuose e meno virtuose. In ogni caso, la direzione verso la strategia di crescita è obbligata: chi si muove prima e meglio degli altri, prima coglierà le opportunità. Questo naturalmente vale anche a livello locale. Come vedo la Maremma tra dieci anni? Considerando il mio ruolo in Confindustria e la mia attività, devo essere ottimista per contratto e per natura. La nostra è una provincia che ha in sé tanti talenti e deve cercare di essere inclusiva e non alternativa. Le monoculture non vanno bene, che siano industriali o agricole. E questa conciliazione sarà sempre più agevolata dalla fortissima spinta alla sostenibilità, sia ambientale che sociale ed economica: a questo proposito, in pochi sanno che il Paese con l’industria più sostenibile d’Europa è proprio l’Italia. C’è un’attenzione fortissima. E anche questa è una risposta alla convivenza tra più talenti».
Intanto per la Maremma c’è da giocare (e da vincere) una partita che si trascina da troppo tempo: il Corridoio tirrenico. La manifestazione di sabato 12 ottobre è una presa di posizione che coinvolge tutte le categorie. «Già da presidente di Confindustria Toscana, a 33 anni – ricorda Antonella Mansi – parlavo solo di infrastrutture. E anche oggi, nella prossima manovra economica, accanto a temi centrali per la crescita come il taglio del cuneo fiscale e la spinta alla formazione e agli investimenti privati, dobbiamo chiedere che si insista fortemente sugli investimenti pubblici e in particolare proprio sulle infrastrutture. Questo rappresenta una straordinaria leva anti-ciclica, utile a contrastare un’economia debole. E dire che in tutto il Paese sono già stanziati 70 miliardi per realizzare opere superiori a 100 milioni: rappresenterebbero una fortissima spinta alla crescita, non solo economica ma anche di inclusione. E non solo: pensando al Corridoio tirrenico, c’è anche il tema della sicurezza. Ovviamente sulle infrastrutture rimane cruciale il tema dei tempi da rispettare: per pensare, progettare e realizzare».