ISOLA DEL GIGLIO – La padrona di Hollie, il cagnolino ucciso da un carabiniere lo scorso 4 ottobre con due colpi di pistola in località Giglio Porto (Isola del Giglio), ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Grosseto.
“Secondo la donna – fa sapere il suo avvocato Riccardo Lottini – il comportamento del militare contro il meticcio non trova alcuna giustificazione, visto che il cane era esuberante e giocherellone, ma non aggressivo. Per questo ha sporto denuncia contro il carabiniere per reato di uccisione di animale, previsto dall’art. 544-bis del Codice penale”.
“Nella denuncia – dichiara l’avvocato – si ritiene che il reato sussista anche se fosse vero ciò di cui sembra che il carabiniere si lamenti, cioè di aver agito per evitare che il cane lo aggredisse una seconda volta, circostanza di cui si chiede l’accertamento e di cui la proprietaria di Hollie, pur presente sul posto, non ha avuto, neppure indirettamente, alcuna percezione. Nell’atto denuncia si forniscono comunque tutti gli elementi che consentiranno al magistrato di valutare come siano andate le cose. Viene indicato in particolare un testimone che ha assistito alla scena che potrà raccontare i dettagli della triste vicenda”.
“Comunque siano andati i fatti, l’opinione della proprietaria è che uccidere Hollie è apparso un gesto inutile – continua Lottini -. L’animale era di piccole dimensioni: pesava appena sedici chilogrammi. La donna era nelle immediate vicinanze. Non ha mai perso di vista l’animale, se non per pochi secondi. Il tempo di aggirare il muretto che divide la spiaggia, dove si trovava la donna, dal molo, dove il cane si era appena spostato. La proprietaria stava recuperando l’animale proprio su richiesta del militare, infastidito dal cane che abbaiava a distanza, senza però essere minaccioso. Di lì a poco avrebbe messo il guinzaglio ad Hollie, ma non ha fatto in tempo, l’animale è stato ucciso prima, morto dopo venti minuti di agonia nelle braccia di lei e del marito, accorso sul posto perché richiamato dagli spari”.
“La proprietaria, addolorata per la perdita del cane che considerava di famiglia, quasi come un figlio, chiede dunque di verificare se l’uccisione fosse proprio necessaria – prosegue l’avvocato -. Alla proprietaria, anche ammettendo che il cane stesse aggredendo il militare (circostanza che si ritiene debba ancora essere accertata), appare infatti difficile immaginare che ciò non potesse essere evitato con metodi meno lesivi e cruenti di quelli utilizzati. La donna chiede che l’accertamento non trascuri alcun dettaglio. All’atto di denuncia, a tal proposito, è stata allegata un’istanza con cui si sollecita il sequestro del corpo dell’animale, messo dalla proprietà a disposizione dell’Autorità inquirente, e l’accertamento autoptico in contraddittorio sulle cause della morte e su quali siano le parti del corpo dell’animale attinte dagli spari”.