GROSSETO – In Toscana mancano fino a 4000 infermieri e in Provincia di Grosseto fino a 246. A rischio la salute della popolazione e dei professionisti e l’impossibilità di trasformare il nostro servizio sanitario regionale. Vogliamo rendere consapevoli i nostri cittadini su quanto è importante avere più infermieri al loro fianco. Ecco perché distribuiremo a tutti gli infermieri maremmani un braccialetto in gomma lavabile con lo slogan #infermiere in via di estinzione.
Secondo il centro studi FNOPI e i conti della ragioneria dello Stato mancano 2079 unità per garantire 1 infermiere ogni 500 assistiti sul territorio Territorio Toscano (In Provincia siamo su una media di 13500 con punte di 1/5000 assistiti. La media sud est è di 12500) e 1133 per far fronte alle direttive UE sull’orario di lavoro. Gli aventi diritto alla quota 100 in Toscana sono 4307. L’amara consolazione (amara davvero) è che il nostro stipendio è così irrisorio che moltissimi preferiranno stare al lavoro. Ipotizzando realisticamente un 30% che ne usufruirà, arriveremo quindi a 1292 infermieri che in Regione lasceranno un’ulteriore buco organico, per un totale di oltre 4000 infermieri mancanti all’appello. Questo dimostra anche l’elevata età degli infermieri in servizio. L’età media degli infermieri in servizio sul territorio maremmano è di circa 53 anni. L’indice di burn out dagli studi nazionali è stimato sul 39% degli infermieri. Ma gli infermieri non solo devono assistere una popolazione sempre più anziana per lavoro ma anche, come tutti, per motivi familiari. Il 17% dei colleghi usufruisce di 104 e secondo alcune stime del Cergas Bocconi di il 15% presenta inidoneità al lavoro e quasi la metà ha una problematica fisica. Ecco perché non ha davvero senso parlare solo di numeri e di storico ma è necessario considerare tutte le variabili.
Da una parte abbiamo un problema legato alla sicurezza dei cittadini: un importante studio nazionale RN4CAST pubblicato su The Lancet ci dice che ogni volta che il rapporto pazienti/infermiere è inferiore o uguale a 6:1 la mortalità diminuisce del 20% nelle medicine e del 17% nelle chirurgie. Nella Provincia ci assestiamo su un rapporto 1:8 che in particolari momenti critici (come quello di settembre) è oscillato da 1:10 a 1:12. Inoltre, la riduzione della mortalità è pari al 30% quando almeno il 60% del personale assistenziale possiede una formazione specifica infermieristica. Rispetto alle analisi sulle cure mancate, i dati italiani dimostrano che la percentuale media di cure mancate è pari al 41%. Lo studio di cui sopra ha dimostrato che aumentare il carico di lavoro del singolo infermiere di un solo paziente produce un aumento del rischio di mortalità a 30 giorni dal ricovero del 7%.
Questa situazione genera per altro il rischio di violenza ai danni degli operatori L’89,6% degli infermieri è stato vittima, secondo una ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata di Roma, di violenza fisica/verbale/telefonica da parte dell’utenza sui luoghi di lavoro. L’Ordine di Grosseto si è trovato costretto ad esempio a depositare due querele.
Dall’altra c’è un problema legato all’innovazione per risposte appropriate. I bisogni epidemiologici si spostano da un focus prettamente diagnostico/terapeutico ad un focus assistenziale. Se la Toscana vuole davvero puntare ad un’assistenza di qualità e a implementazioni che tutta la sanità Italiana intellettualmente e scientificamente onesta ci invidia come il see & treat, il fast track (quasi il 30% di tutti gli accessi nei PS della Provincia di Grosseto sono codici bianchi e azzurri e solo il 2% un codice rosso), l’infermiere di famiglia e comunità, i modelli di cure intermedie, gli ambulatori a bassa complessità, allora servono infermieri. Nel 2018 gli over 65 nella Provincia di Grosseto sono 60274, il 27% della popolazione totale (due punti percentuali in più della media Regionale). L’indice di vecchiaia (ovvero il rapporto degli anziani rispetto alla popolazione 0 – 14 anni) su Grosseto e Provincia è di 237,38 quando la media regionale è di 201,42. In Italia sul rapporto infermieri/abitanti (ogni 1000 abitanti) siamo al 24° posto su 35 paesi tra i paesi Ocse, la media Europea è di 8.4. Nella Provincia di Grosseto la media (fatta sugli iscritti all’Ordine, non sui dipendenti e sugli occupati) è di 7 (1 infermiere ogni 140 abitanti!) Gli anziani giudicati incapaci non autosufficienti nella nostra Provincia sono circa 10,000 di cui 4500 giudicati di grave disabilità e 3000 over 85enni. In Italia L’assistenza sul territorio la pagano in gran parte le famiglie: quasi il 40% dell’assistenza riabilitativa ambulatoriale e circa il 29% di quella domiciliare e per l’assistenza sanitaria a lungo termine (long term care) si sfiora il 24 per cento. Una controprova dello scarso potere attrattivo ed occupazionale della nostra terra è la media degli iscritti all’Ordine di Grosseto rimasta pressoché invariata da oltre 10 anni.
Se dovessimo fare una stima di tutti questi aspetti rapportando il numero di infermieri mancanti a livello regionale ripartiti nella Provincia di Grosseto commisurando il rapporto infermieri/popolazione i numeri ci dicono che arriviamo fino a 246 unità. Riconoscendo che il rapporto ottimale sul territorio è decisamente arduo da raggiungere, anche eliminando quel dato, si ottiene una carenza di 120/150 unità sia per compensare che per implementare i servizi.
Sono innumerevoli le soluzioni che la professione può dare ai bisogni della cittadinanza, ma spesso sono ostacolate da posizioni vetuste e anacronistiche. Non bastano solo delibere, bisogna dar loro gambe e fondi per sostenerle. Si usano condizionali e sperimentazioni per non scontentare nessuno, ma con il rischio che le delibere non si attuino davvero mai, a solo discapito del cittadino. Il Governo ha abbattuto il tetto di spesa, ma rivedere il tetto di spesa è solo una parte del problema: l’altra è il blocco del turn over e la sostituzione di buona parte dei professionisti in quiescenza. (800 pensionamenti in Toscana esclusa quota 100.)
Sulla querelle Aziendale del mese di settembre infine l’Ordine ribadisce che quello che chiede è solo una linea comunicativa sobria e corretta. Sappiamo che ci sono problemi di reclutamento fino alla creazione della nuova graduatoria concorsuale e che lo stesso modello concorsuale attuale è del tutto inadatto a creare stabilità (un modello regionale difficilmente personalizzabile e governabile che alloca infermieri anche dove non vogliono lavorare e che alla prima occasione chiedono trasferimento). Sappiamo che l’Azienda si sta occupando la carenza infermieristica e che metterà in campo quanto necessario nel rispetto dei vincoli di bilancio ed In questa consapevolezza siamo disponibili come sempre al confronto, al supporto, al lavoro congiunto per il bene dei cittadini e della stessa Azienda ma con assoluta onestà intellettuale. Settembre è stato un mese molto complicato per garantire i servizi soprattutto in determinate aree e solo l’abnegazione di tutti i professionisti, dalle linee cliniche a quelle gestionali, ne ha permesso una continuità. Deve però rimanere un momento isolato perché non è sufficiente garantire i servizi ma farlo in sicurezza e qualità.
Nota metodologica: tutti i dati sono estrapolati da. ARS. Studi scientifici nazionali ed internazionali, Ragioneria dello stato, Centro studi FNOPI e OPI Grosseto, database dipendenti Regione Toscana