RIVA DEL SOLE – A Riva del Sole (Castiglione della Pescaia), dopo 90 ore dall’uscita dell’ultima tartarughina, e dopo 10 giorni dalla prima emersione del 17 settembre, il personale di tartAmare ha provveduto ad effettuare uno scavo perlustrativo per verificare presenza di tartarughini vivi rimasti intrappolati nel nido. Ne sono stati salvati quattro che, a livelli diversi di profondità, ma tutte entro i 32 cm dal piano spiaggia (quindi in risalita), erano rimasti intrappolati in uno strato di sabbia (molto indurito dalle piogge dell’ultima perturbazione) che non ne permetteva il movimento.
Le piccole sono state liberate e visitate dalla veterinaria di tartAmare, Lara Papini. Dopo essere state tenute a riposo e sotto osservazione per un’ora in un contenitore termico su sabbia umida a temperatura costante, una volta riprese le forze, le piccole tartarughe sono state liberate in mare con successo.
Grandissima la gioia dei volontari che hanno assistito alle operazioni e che hanno visto tutte le loro fatiche gratificate. Questi, infatti, hanno pattugliato i nidi 24 ore su 24 senza mai saltare un turno, nemmeno durante i temporali della scorsa settimana.
L’ingresso in acqua di questi ultimi piccoli, rimasti all’interno senza molte chance ormai di vedere la luce, è stato molto emozionante: è stato accompagnato da un grande applauso dei presenti, che porteranno quest’esperienza nel cuore per tutto il lungo inverno, sperando di poterla vivere di nuovo sulle nostre spiagge la prossima estate.
Bilancio del nido di Riva del Sole: 56 nate ed emerse su 72 e quindi successo del 78%. È un grande risultato, che insieme a quello ottenuto a San Vincenzo, dove la schiusa di 88 uova su 121 ha portato ad una percentuale di successo del 72%, rende la Toscana papabile area di nidificazione per questi animali.
Sempre in Maremma il risultato delle Marze, dove si è registrata l’uscita di 25 tartarughini su 70, è altrettanto importante da un punto di vista scientifico. Qui si sono potuti fare studi e monitoraggi delle temperature della sabbia, rilevando valori di molto inferiori rispetto a quella di Riva del Sole, sebbene i due siti siano a pochi km di distanza l’uno dall’altro. Questi valori bassi, vicini per gran parte del periodo d’incubazione al valore minimo del range valutato come ottimale per lo sviluppo degli embrioni, potrebbero avere influito sul successo di schiusa inferiore registrato per il nido sito a Marina di Grosseto.
Ma c’è un altro aspetto: per le tartarughe marine la differenziazione del sesso è legata alla temperatura. Si verifica che a temperature alte del suddetto range nascano esemplari femmine: la bassa temperatura registrata alle Marze ci permette di affermare che è molto probabile che i 25 piccoli nati in questa spiaggia siano dei “tartarughi” piuttosto che delle tartarughe. Per l’ecologia riproduttiva e per la conservazione di questa specie questo è un fatto importante: a causa del riscaldamento globale e dell’innalzamento delle temperature, infatti, nascono molti esemplari di sesso femminile mentre quelli di sesso maschile cominciano a scarseggiare. Ciò complica le cose per la sopravvivenza di specie già fortemente minacciate dal disturbo antropico.
Ecco perché il nido delle Marze, per quanto meno produttivo in termini di numero di nuovi nati, è stato molto importante per tenere in vita la speranza che questi animali riescano a non scomparire dal nostro pianeta.
Foto di Letizia Poggioni e Irene Bertolini.