GROSSETO – Procedono i lavori di ricerca e scavo nell’area archeologica di Roselle. Il sito – di cruciale importanza per approfondire la storia del nostro territorio, nonché oggetto di numerosi studi e ricerche – rappresenta una grande ricchezza per tutta Grosseto. Roselle, urbanizzata dagli Etruschi nel VII secolo a.C, è infatti l’unica tra le città capitali etrusche menzionata da fonti letterarie ad essere ancora intatta. La superficie oggi esposta documenta ulteriormente l’urbanistica e l’architettura di una città romana cresciuta sulla stessa superficie di quella etrusca e distribuita su due colline – Collina Nord e Collina Sud – racchiusa dentro le mura poligonali. La costruzione della piazza del foro di età romana, ha sepolto la valle compresa tra le due colline, rendendo di fatto difficile non solo il lavoro degli archeologi, ma anche la leggibilità del sito da parte dei visitatori a causa della complessa stratificazione dello sviluppo monumentale.
Nel 2018 è stato redatto un protocollo quinquennale, con il fine di coordinare tutti gli interventi legati all’area archeologica, riunendo tutte le principali istituzioni di riferimento facenti capo a Roselle: il Comune di Grosseto con il Museo Archeologico e di Arte Moderna, l’Università di Siena, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ed il Polo Museale della Toscana. In questo ambito si inserisce il presente programma delle indagini in corso, esito di una concessione di ricerca triennale (2018-2020) in capo al Comune di Grosseto che ne ha affidato la direzione scientifica all’Università degli Studi di Siena ad uno staff di ricerca guidato dal professor Andrea Zifferero. Lo scavo è sostenuto per tre anni per un finanziamento di 8mila euro all’anno, erogati dal Comune di Grosseto. Il progetto nasce proprio per soddisfare requisiti di efficienza per gli studiosi e migliore fruibilità per i turisti.
Nei primi due anni del Progetto Roselle, gli interventi si sono concentrati sul settore della Collina Nord, Quartiere Romano che ha messo in luce la presenza di un grande isolato di età romana e quello della Collina Sud, Tempelterrasse (“terrazza del tempio”) che ha portato all’individuazione di un’area contenente il grande santuario di Artemide etrusca.
COLLINA NORD, QUARTIERE ROMANO – Gli scavi hanno portato alla luce un nuovo isolato con funzione residenziale, esteso su un’area di circa 1.000 mq a poca distanza dall’Anfiteatro romano, che va ad aggiungersi alle già note Casa dell’Impluvium (etrusca), Casa dell’Anfiteatro (romana) e Casa dei Mosaici (romana). Lo studio della casa e dei numerosi reperti rinvenuti (principalmente frammenti di vasi di ceramica da cucina e da mensa, anfore, lucerne) forniscono informazioni chiave per capire l’organizzazione urbanistica dell’area e il rapporto tra edifici pubblici e privati, restituendo una chiara immagine sulla vita, le attività e lo status sociale degli abitanti di Roselle nel corso del tempo.
COLLINA SUD, TEMPELTERRASSE – Il recupero e l’esplorazione del grande terrazzamento posto sul lato meridionale della Collina Sud ha chiarito le prime modalità d’intervento avvenute negli anni ’50, individuando, mappando e riscavando le trincee e gli approfondimenti effettuati. La prosecuzione degli scavi ne ha definito meglio le fasi costruttive, fissandole tra la fine del VI e la seconda metà del V secolo a.C., mentre i materiali rinvenuti confermano oltre ogni dubbio la presenza di una struttura cultuale: è stata rinvenuta un’iscrizione graffita sotto il piede di una coppa prodotta ad Atene con dedica ad Artames, prova decisiva circa l’esistenza di un tempio dedicato ad Artames/Artumes. L’importanza di questo edificio è determinante per due motivi:
Questo sembra essere il monumento del periodo etrusco attorno al quale ruota tutta l’evidenza archeologica della Collina Sud: il Quartiere Artigianale che ha restituito edifici etruschi e romani con fornaci per la ceramica, potrebbe essere il quartiere di servizio del santuario, che assolveva a tutte le necessità legate all’attività del luogo di culto.
L’Artemide etrusca corrisponde alla Diana romana, divinità legata alle alture, ai boschi e alla caccia. Un recente documento epigrafico romano, il frammento marmoreo proveniente dallo Scoglietto ad Alberese del I secolo d.C., menziona una Diana Umbronensis, ovvero la stessa divinità ma strettamente legata al fiume Ombrone. Roselle, essendo nata nella valle del fiume, nel periodo etrusco ha rappresentato verosimilmente la frontiera tra il Mar Tirreno e il Monte Amiata. Per questo si può pensare che Artemide/Diana fosse la divinità posta a tutela dei confini della città. Lo scavo e le prospezioni condotte nel 2020 cercheranno di chiarire la natura delle strutture murarie identificate sulla sommità della Tempelterrasse eche prevedibilmente porteranno all’identificazione precisa del santuario ad Artemide.
Un ulteriore punto di approfondimento riguarda le nuove epigrafi etrusche. Sono state rinvenute due iscrizioni che gettano nuova luce sulla storia epigrafica della città. La prima “Artamasal” ricorda la dedica di un vaso ad una divinità identificata con il nome greco di Artemide venerata nel santuario. La seconda iscrizione “Mi arnthial raufnis” graffita sotto il piede di un vaso in bucchero è un testo che tramanda il nome del proprietario del vaso. Queste scoperte, sebbene poco numerose, servono ad evidenziare nuovi dettagli sul sistema di scrittura: i ritrovamenti testimoniano come Roselle, nel corso della sua storia, abbia cambiato ben due volte il proprio sistema di scrittura, adottando nel V secolo a. C. il sistema di scrittura meridionale simile al sito di Vulci, tornando poi ad usare, cento anni dopo, il modo settentrionale, più simile ai siti di Chiusi e Vetulonia.
Per comunicare e divulgare a turisti, cittadini ed appassionati di storia, arte ed archeologia queste scoperte, sono state predisposte – e in alcuni casi già avviate – numerose attività di comunicazione:
Prosecuzione dei Racconti di Archeologia nel 2020: gli incontri di aggiornamento sulle attività di ricerca archeologica condotta nel bacino grossetano e nell’area della Maremma, avviati nel 2018, sono svolti tra la primavera e l’estate ed accompagnati da visite sui cantieri di scavo in estate e in primavera. I Racconti di Archeologia prevedono anche attività conviviali, ospitate presso le sedi delle Pro Loco di Roselle e Batignano. Il successo di pubblico è stato notevole ed è in corso di progettazione l’edizione 2020, che sarà dedicata a temi specifici, coinvolgendo anche i locali per le conferenze del MAAM.
Mostra dedicata alla Casa del Re di Roselle nell’estate del 2020: La cosiddetta Casa del Re, scavata da Piera Bocci Pacini è un importante monumento pubblico, costruito intorno alla metà del VII secolo a.C. (periodo Orientalizzante della cultura etrusca), con le funzioni di abitazione della autorità regia/luogo di riunione e culto. Il materiale ceramico è tuttavia ancora inedito ed è distribuito tra le vetrine del MAAM ed i depositi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, collocati a Grosseto.
Creazione di una linea editoriale dedicata al MAAM che renda omogenea la produzione scientifica e di divulgazione, creando una linea editoriale che abbia caratteri di originalità e di riconoscibilità dal punto di vista grafico, oltre a rappresentare un’opportuna rete di distribuzione. Il progetto includerà i cataloghi delle mostre che il Museo organizza con regolarità, i prodotti ottenuti dallo studio dei materiali contenuti nel Museo, ed infine volumi miscellanei con i risultati della ricerca archeologica promossa dall’impegno del Comune di Grosseto nel confronti del Parco Archeologico di Roselle. Si prevedono due/tre uscite all’anno, per un costo stimato di Euro 5.000-6.000 a volume. La collana si articolerà in Quaderni del MAAM (dal formato editoriale adatto ad ospitare tavole grafiche e riproduzioni fotografiche a grandezza adeguata) e Supplementi ai Quaderni, consistenti soprattutto in pubblicazioni di tipo divulgativo e didattico (tascabili). I primi volumi saranno presentati nell’ambito delle ricorrenze programmate per il MAAM tra il 2019 ed il 2020 e promosse in più sedi.
Pubblicazioni di carattere scientifico dei dati di ricerca: sono in preparazione due ampi rapporti preliminari sulle attività di scavo condotte tra il 2018 e il 2019, pubblicati nella rivista Mitteilungen dell’Istituto “Archeologico Germanico di Roma”. Uno speciale ed un ampio articolo sugli scavi di Roselle invece appariranno rispettivamente sulle riviste “Archeo. Attualità del passato” e “Maremma Magazine”.
Partecipazione e collaborazione ai progetti di Alternanza Scuola Lavoro: nel corso del 2018-2019 lo staff dell’Università di Siena ha affiancato con collaboratori i progetti di Alternanza Scuola Lavoro promossi dal MAAM in cooperazione con il Polo Museale della Toscana e diretti agli Istituti di secondo grado di Grosseto; lo staff composto da giovani laureati e specializzandi in Archeologia ha inoltre condotto visite guidate ai cantieri di scavo in corso.
“I risultati della tranche 2018-2020 di ricerca facente parte di questo progetto fortemente voluto e finanziato dal Comune di Grosseto sono davvero eccezionali, nonché testimonianza tangibile dell’impegno che vi abbiamo profuso – affermano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e il vicesindaco e assessore al turismo Luca Agresti –. Il nostro scopo come Amministrazione è quello di continuare ad investire tempo e risorse nell’implementazione di attività che diano contemporaneamente lustro e strumenti di sostegno agli sforzi e all’impegno del team di ricerca; mettendo ulteriormente a punto una serie di linee di comunicazione che siano veicolo e strumento di divulgazione delle recenti scoperte archeologiche. Un ringraziamento particolare va a tutti i soggetti coinvolti in questo progetto: il Museo Archeologico e di Arte Moderna di Grosseto, l’Università di Siena, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ed il Polo Museale della Toscana. L’area archeologica di Roselle rappresenta non solo uno dei più famosi poli di attrazione per i turisti del territorio maremmano, ma è principalmente un sito di alta rilevanza storica e culturale: nei segni lasciati dalle civiltà che ci hanno preceduto resta impressa la memoria che ci arricchisce come persone e cittadini”.