GROSSETO – “Fumata nera per la pediatria”. Secondo la segretaria del Pci delle Colline Metallifere “vi erano i presupposti per convenzionare un altro pediatra alle stesse condizioni della Cacciari, che si è trasferita in altra sede, ma evidentemente le politiche di taglio prevalgono su tutto con costringendo molte famiglie ad accontentarsi e arrangiarsi”.
Nonostante questo Lorenzo Pozzo annuncia che da parte del suo partito “verrà fatto tutto il possibile, insieme agli altri gruppi che si sono resi disponibili, per scongiurare l’ennesimo taglio a danno dei cittadini”. “Nel prossimo fine settimana – prosegue Pozzo – annunciamo un presidio presso l’ospedale per raccogliere le firme della petizione e informare i cittadini di quanto sta avvenendo oltre a coinvolgere la Regione, con una possibile interrogazione in consiglio, della situazione della pediatria”.
Ma i problemi per le Colline Metallifere, secondo il Pci, non si esauriscono con la pediatria. “La strategia delle aziende, sulla quale non vi sono prese di posizione forti da parte delle istituzioni, è quella di ridurre gli ospedali provinciali a diventare pronti soccorso ed avere funzioni ridotte in tema di ricoveri”, incalza il segretario del Pci di Grosseto, Fedeli.
“Nell’ospedale di Massa Marittima – si legge ancora nella nota – abbiamo molti problemi che porteranno alla riduzione delle prestazioni e a possibili chiusure di attività. Dal 1° ottobre un radiologo andrà in pensione. Naturalmente l’azienda sapeva da tempo ma resta immobile e questo comporterà il probabile un passaggio della radiologia da 24 ore a 12 ore magari con chiusura da venerdì sera alla domenica. Quello della radiologia si somma al disagio della chirurgia dove i due medici recentemente pensionati mettono già in crisi un reparto eccellente che dovrà ridurre gli compatibilmente ai 3 chirurghi in servizio in attesa dell’esito di un concorso che sarà fatto, forse, a marzo 2020”.
“L’ospedale – secondo il partito – vive su una grande volontà e sul lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari che fanno miracoli in termini di servizi e prestazioni. I lavoratori sono già allo stremo nel presidio con criticità evidenti al Pronto Soccorso, dove si sono interrotte le assunzioni degli interinali e per garantire i turni il personale infermieristico viene “pescato” a turno dai reparti per garantire la copertura del servizio. Sottodimensionati anche anestesisti e cardiologi, tre per area”.
“Gli utenti del territorio che si presentano al pronto soccorso – conclude il Pci – vengono spesso inviati a Grosseto anche per prestazioni che potrebbero essere effettuate su Massa, con aumento dei disagi e dei costi di trasporto sanitario. La politica della Asl è molto chiara: creare le condizioni per dire che non vi è domanda e che quindi il servizio va trasferito all’ospedale provinciale. Una strategia fine e sottile che ribalta le responsabilità sull’utenza perché la scelta non sarà dovuta alla mancanza di servizi e personale ma sarà fatta apparire come voluta dai cittadini che si recano a Grosseto. Tutto questo non viene contrastato dai sindaci, nessuna presa disposizione politica e i messaggi tendono a tranquillizzare l’opinione pubblica per far apparire tutto sotto controllo ma chi ha bisogno sa che non è così. Dal 2014 si è passati da 95 posti a 64 posti per ricovero e la programmazione della Casa della Salute è rimasta sulla carta, mentre i servizi territoriali che dovevano crescere e rappresentare l’alternativa all’ospedale, sono sempre più depotenziati, i posti letto dell’ospedale di comunità, quelli di hospice e le cure intermedie sono stati realizzati al minimo rispetto agli impegni presi e sottoscritti. Ma a sentire la Asl e soprattutto i vertici delle istituzioni, la colpa è di altri e non di una politica regionale che ha affossato la sanità non solo sulle Colline Metallifere ma in tutta la provincia e in Toscana grazie ad un immobilismo e ad un’inerzia ormai evidenti delle istituzioni”.