GROSSETO – Il dibattito in merito al corridoio tirrenico torna inesorabilmente protagonista della scena pubblica, all’indomani della sentenza della Corte di giustizia Ue che ha dichiarato la concessione relativa al tratto Cecina – Grosseto – Civitavecchia legittima, al contrario di quanto accaduto per il tratto Livorno – Cecina risultato illegittimo. Tale sentenza ha purtroppo portato ancora una volta alla luce l’ipotesi che ci auguravamo essere ormai archiviata della realizzazione di un’opera autostradale che non solo avrebbe un impatto negativo sull’ambiente ma che non sarebbe neanche sostenibile dal punto di vista economico, stando ai dati relativi ai flussi di traffico Ad affrontare nuovamente il tema del no all’autostrada è l’associazione ambientalista che in passato ha in moltissime occasioni ribadito l’urgenza della messa in sicurezza dell’Aurelia nel più breve tempo possibile.
“Quello del corridoio tirrenico – ha dichiarato Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – è uno di quei temi che tiene in ostaggio da decenni il nostro territorio e al quale deve essere messa il prima possibile la parola fine. La Maremma ha necessità di un’arteria stradale sicura, gratuita, priva di incroci a raso, con carreggiate dalle dimensioni adeguate e con tutti i criteri necessari per mettere in sicurezza gli automobilisti che ogni giorno la percorrono. Questo, lo ribadiamo, è l’assunto dal quale deve partire ogni nostro ragionamento. Tornare ancora una volta a parlare di autostrada non solo è anacronistico ma è del tutto illogico sia sotto il profilo ambientale che per il fatto che risultano essere del tutto mancanti le risorse e che comunque i flussi di traffico non giustificherebbero la realizzazione di una simile grande opera. Finalmente, con il governo Gentiloni si era arrivati ad un punto di svolta che aveva messo d’accordo tutte le parti in causa. E se con il primo governo Conte – ha continuato Gentili – la partita della messa in sicurezza dell’Aurelia non era stata affrontata, con l’insediarsi del nuovo esecutivo dovremmo tornare tutti compatti a chiedere che il governo centrale intervenga e apra al più presto i cantieri per la messa in sicurezza, senza perder tempo in inutili dietro front.
La crisi climatica con cui stiamo facendo i conti – ha proseguito Gentili – ci obbliga a riflettere in maniera sistemica in merito ad ogni intervento da effettuare. Dire no all’autostrada significa, oltre che garantire una strada gratuita e sicura, salvaguardare il territorio, l’ecosistema ed evitare l’ulteriore peggioramento del già importante rischio idrogeologico che grava sul nostro territorio. Per tale ragione – ha concluso Gentili – chiediamo ai decisori e alla classe politica di andare compatti in questa direzione e al governo centrale di sciogliere una volta per tutte tale nodo, nell’esclusivo interesse pubblico, facendo partire al più presto i cantieri per mettere in sicurezza ed adeguare l’intera arteria, a partire dai tratti più pericolosi a due corsie presenti nel Comune di Capalbio.”