FOLLONICA – «Il ricorso contro l’elezione al primo turno del sindaco Andrea Benini è stato riconosciuto fondato, e il Tar ha accolto le nostre perplessità ordinando intanto il riconteggio delle schede della sezione 17 e rimandando a dicembre il giudizio sul merito che – lo ricordiamo – verte su questioni molto importanti tra cui il metodo tutto “follonichese” con cui è stato calcolato il quorum utile per il raggiungimento della maggioranza dei voti validi per la proclamazione a sindaco». Così si legge nella nota di Massimo DI Giacinto, già candidato a sindaco per il centrodestra a Follonica e uno dei firmatari del ricorso contro l’esito elettorale al Tar della Toscana.
«Il ballottaggio, dunque, è un’ipotesi concreta. Il dato è giuridico, ma soprattutto politico perché siamo riusciti a dimostrare che la nostra non era affatto una questione di principio irrilevante, ma qualcosa di molto solido. Perché quando si decidono le sorti di una città, come nel caso delle elezioni amministrative, non possono essere ammessi errori di questa portata. E quello che Benini non ha capito, o non ha voluto capire, è che qui non siamo di fronte solamente a una disputa tra centrodestra e centrosinistra, ma all’affermazione della tutela dell’interesse pubblico che dovrebbe stare a cuore a tutti e non solo alla parte soccombente alle elezioni. Lo stesso interesse generale che ci ha fatto affermare con serenità e correttezza che non poteva essere il ricorso in sé a bloccare l’attività del sindaco nell’attesa che il tribunale amministrativo esprimesse un giudizio».
«Adesso però è evidente, alla luce del contenuto dell’ordinanza del Tar, che lo scenario è differente: per questo invitiamo il sindaco Benini ad essere cauto nell’affermare di voler andare avanti “come se nulla fosse accaduto”, perché le cose potrebbero cambiare. Dunque per noi, oggi, il sindaco è pienamente legittimato ad operare nell’ordinaria amministrazione, ma per le operazioni straordinarie e per quelle che impongono una strategia di lungo periodo il buon senso e il rispetto dell’interesse generale imporrebbero di attendere la fine dell’iter giuridico che ad oggi ha riconosciuto la fondatezza delle nostre istanze».