MASSA MARITTIMA – “Ormai da tempo l’ospedale di Massa Marittima è al centro di denunce e polemiche che puntano il dito sulla sua operatività e la conseguente capacità di erogare servizi alla comunità”. A scriverlo, in una nota, Uil Pensionati Grosseto/Colline Metallifere.
“In ordine di tempo – continua Uil – l’ultima riguarda la pediatria, lasciata libera dalla dottoressa Cacciari, che verrà coperta da tre specialisti di Follonica, che si divideranno i piccoli pazienti a giorni alterni. Niente da dire, ovviamente, sulla competenza dei professionisti interessati, ma indubbiamente una difficoltà per le famiglie, che potranno trovarsi ad ogni visita un medico diverso, col rischio che venga meno quel rapporto di conoscenza e di fiducia così importante, a maggior ragione quando si tratta di bambini. Oltre alla Pediatria, aleggiano però altre preoccupazioni legate all’operatività del Sant’Andrea nel suo complesso: il pronto soccorso è in affanno di personale sia medico che infermieristico, la radiologia, che da oltre un anno si regge su soli due medici appartenenti alla struttura, le assenze dei quali vengono coperte con personale proveniente di volta in volta da altre zone della provincia. La stessa situazione si presenta per i servizi di ortopedia e anestesia, tamponati alla bisogna da medici di altre zone. Due mesi fa nel reparto chirurgia due medici son andati in pensione, ad oggi non sappiamo se e quando queste due figure verranno sostituite”.
“Mettendo in fila tutte queste criticità – prosegue la nota -, il timore di tanti cittadini è che vi sia il rischio concreto di assistere prossimamente al taglio del servizio di emergenza urgenza dell’ospedale, passando da un servizio h24 a un servizio h12. In altre parole, taglio dell’emergenza notturna con trasferimento di tutti i pazienti critici che arrivano al pronto soccorso, o pazienti già ricoverati che hanno complicazioni da sala operatoria.
Non vogliamo fare allarmismo, tuttavia non si può dire che la situazione sia nella normalità.
Com’è possibile che un ospedale venga gestito sistematicamente coi rimpiazzi e non si intervenga in via definitiva con l’assunzione del personale mancante? Una risposta rassicurante da parte dell’Asl sarebbe certamente quella di completare gli organici ora carenti, tranquillizzando i cittadini sulla volontà di mantenere il Sant’Andrea ai livelli di prestazione attuali”.
“La preoccupazione che abbiamo è che si depotenzi la struttura un pezzo alla volta, facendo ricorso in modo sistematico allo spezzettamento e alle sostituzioni da altre sedi. Questo da un lato sarebbe una spinta, per chi può, a ricorrere a strutture private, dall’altro la diminuzione della domanda di prestazioni al servizio pubblico, giustificherebbe il taglio del servizio, a causa del calo delle richieste. Una situazione nella quale si troverebbero in difficoltà le persone più anziane e sole ed i meno abbienti, quelle categorie che, a parole tutti vogliono tutelare La strada imboccata dall’Asl ci preoccupa – conclude Uil -, perché disincentiva il ricorso alla medicina pubblica, come testimonia l’aumento di spesa per le prestazioni private che avviene nella nostra regione e rende aleatorio un diritto che deve essere di tutti”.