GROSSETO -“Venerdì prossimo, il consiglio comunale sarà chiamato a discutere del Museo archeologico, la cui organizzazione è destinata ad essere stravolta, temiamo in negativo, da una proposta di modifica regolamentare presentata dalla giunta”. Lo scrivono in una nota i consiglieri comunali di minoranza Carlo De Martis, Marilena Del Santo (Lista Mascagni Sindaco), Lorenzo Mascagni, Manuele Bartalucci, Ciro Cirillo, Marco Di Giacopo e Catuscia Scoccati (Pd).
“Fino ad oggi – proseguono i consiglieri – il Museo ha potuto godere di una direzione unitaria, affidata ad un funzionario non solo qualificato da specifiche competenze sia scientifiche che amministrative, ma anche dedicato in via esclusiva alla gestione dell’istituto museale. Con il pensionamento dell’attuale direttrice, questo modello organizzativo cambierà radicalmente. La figura del direttore verrà individuata all’esterno dell’ente attraverso un contratto precario e sarà esautorata di ogni potere e prerogativa gestionale, a cominciare dall’organizzazione delle risorse umane, e ci domandiamo, intanto per cominciare, come un direttore possa progettare una qualsivoglia attività se non ha la possibilità di gestire il ‘proprio’ personale. Non a caso d’ora in avanti il direttore sarà denominato ‘direttore scientifico’, a evidenziare la perdita delle competenze amministrative e gestionali. Queste ultime saranno invece affidate ad una figura esterna all’ambito del Museo, nella fattispecie all’attuale direttrice della biblioteca che, già gravata di incarichi non indifferenti, dovrà così sobbarcarsi un ulteriore incarico, peraltro estraneo alle proprie competenze”.
“Un modello – si continua a leggere nella nota -, quello prefigurato dalla giunta, dettato essenzialmente da una volontà di risparmio, che tuttavia rischierà di ripercuotersi sull’efficienza e l’efficacia della gestione del museo più importante della nostra città, di fatto ‘degradato’ a mero ufficio. Le stesse modifiche che si vogliono apportare ai criteri per la selezione del direttore inducono forti perplessità, e non sembrano per nulla ispirate a orientare la scelta secondo parametri di merito e professionalità, tanto che sul punto abbiamo presentato un emendamento. D’altronde il vicesindaco, nonché assessore alla Cultura, in commissione ci ha spiegato che il Museo archeologico ha bisogno di un ‘direttore animatore’. Possiamo solo immaginarci l’entusiasmo dei candidati a ricoprire un tale ruolo, a dir poco mortificante per un professionista del settore”.
“‘Con la cultura non si mangia’ diceva qualcuno non troppo tempo fa. Noi crediamo invece che le politiche culturali debbano tornare ad avere centralità nelle scelte di un’amministrazione, e non essere più il famigerato fondo del barile dal quale raschiare ogni qual volta si cerca qualche soldo da impiegare altrove. Allo stesso modo – concludono i consiglieri di minoranza del Consiglio comunale di Grosseto – crediamo che una politica culturale che voglia dirsi tale non possa ridursi alla realizzazione di eventi spot più o meno gradevoli, ma necessiti di un lavoro di programmazione e progettazione serio e di lungo termine: un lavoro che un ‘direttore animatore’, a scadenza e privo di alcun potere gestionale, ben difficilmente potrà realizzare”.