FOLLONICA – «Era il 27 giugno quando il sindaco tuonò contro Acquedotto del Fiora richiedendo “un indennizzo ai cittadini che hanno dovuto sopportare e sopportano tutt’ora i disagi provocati dai miasmi del depuratore”» lo ricorda Daniele Pizzichi, consigliere comunale della Lega. «Lo fece appellandosi alla Carta del servizio idrico integrato che disciplina e tutela i rapporti dei cittadini con il Fiora».
«Sono passati due mesi da quella richiesta e, ad oggi, non si è saputo nulla sulla risposta a quella richiesta. Subito dopo quella istanza, data, forse, in pasto ai giornali per calmare le acque, è iniziata la virata a 360 gradi del sindaco: un muro di gomma impenetrabile sui rapporti tra Fiora e Comune per le autorizzazioni/comunicazioni sulla modifiche all’impianto; silenzio totale quando è stato scoperto che Fiora aveva mentito sullo scoperchiamento del digestore, che non fu fatto nel corso dell’ultimo anno per motivi emergenziali ma, addirittura, nel lontano 2015».
«La famosa “bomba a orologeria”, che per l’amministratore del Fiora sarebbe dovuta scoppiare nel 2019, era già stata disinnescata nel 2015, come da dichiarazione del ex presidente del Fiora Emilio Landi. Evidentemente avevano messo male le lancette dell’orologio. Nel frattempo, però, Gesuè Ariganello, follonichese segretario provinciale Pd, diventa consigliere del Fiora e tutto, ad oggi, è stato messo a tacere. Per le opposizioni, non c’è stato altro da fare che richiedere l’intervento della Procura per appurare la verità. Ma, oggi, chiedo al sindaco se la sua richiesta di danni ha avuto risposta e cosa intende fare se ancora non c’è stata risposta da parte del Fiora».