GROSSETO – «La situazione che si delinea in questo momento desta sconcerto e preoccupazione negli enti e associazioni promotori del Tavolo per lo sviluppo» gli aderenti al tavoilo dello sviluppo (Camera di commercio, Ance, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Federalberghi, Legacoop Toscana, Cgil, Cisl, Uil e Ugl), tornano a parlare di viabilità.
«L’eterna questione del Corridoio tirrenico è nuovamente appesa ad un filo: dopo gli incontri di maggio con il ministro Toninelli, che sembravano aver aperto un canale costruttivo di comunicazione, ai quali non è stato dato seguito, non è arrivata alcuna risposta alla lettera congiunta di sollecito che Camera di Commercio, Provincia di Grosseto e Regione Toscana, insieme alle associazioni promotrici, hanno inviato a luglio al Ministro ed al Presidente del Consiglio. A questo stato di cose insoddisfacente si aggiunge ora la crisi di governo, che potrebbe congelare lo sviluppo del Paese nel suo complesso».
«Questa circostanza rappresenta un’ulteriore batosta per il territorio maremmano che rischia di vedere vanificati gli sforzi finora fatti nella strenua ricerca di interlocutori e – di conseguenza – vie d’uscita per poter almeno concludere l’iter della conferenza dei servizi e giungere all’approvazione, finalmente condivisa da tutti, del progetto del Corridoio tirrenico – prosegue la nota -. Ricordiamo che questo rappresenterebbe un punto di non ritorno per il nostro territorio, che manifesta i preoccupanti segni di un declino persistente, perché comporterebbe non solo la perdita del lavoro e degli investimenti fatti nella progettazione, ma un ulteriore ritardo di anni nella realizzazione di quest’arteria vitale».
«Nel rinnovare il proprio accorato appello alle istituzioni di qualsiasi livello affinché intervengano responsabilmente per scongiurare questo scenario desolante, le associazioni del Tavolo per lo sviluppo confermano il proprio impegno per raggiungere l’obiettivo, parallelamente al lavoro che stanno portando avanti con la Regione Toscana per favorire l’attrattività d’investimenti dell’area maremmana, non escludendo manifestazioni di piazza e proteste pubbliche».