GROSSETO – Una serata di festa, di testimonianza e di annuncio con canti, balli e coinvolgimento dei passanti. Sarà quello che la sera di giovedì 25 luglio offriranno a Grosseto i giovani toscani che parteciperanno alla 39esima Marcia francescana, che quest’anno parte dal capoluogo maremmano per concludersi, come ogni anno, il 2 agosto, festa del Perdono, ad Assisi.
La Marcia quest’anno ha per tema “Al posto tuo”. Quartier generale dell’accoglienza è il convento – parrocchia di San Francesco, che nelle scorse settimane ha già ospitato una serata-lancio della Marcia.
In città il 24-25 luglio sono attesi un centinaio di giovani e il lavoro per preparare la loro accoglienza non manca. I giovani arriveranno a Grosseto la sera del 24 luglio. Alloggeranno negli spazi del convento dormendo nei sacchi a pelo. Cena, momento informale di benvenuto, poi una sana dormita. Quindi il 25, dopo la colazione, i giovani si metteranno in cammino per raggiungere la parrocchia di Roselle, dove vivranno una giornata di ritiro in preparazione alla marcia. La sera di nuovo a San Francesco con la cena preparata dalla comunità parrocchiale. Poi i giovani, con frati e suore, raggiungeranno piazzetta del Monte per dare il via alla serata di festa. La mattina del 26 partenza da Grosseto per la prima tappa della Marcia: Castiglione della Pescaia. I giovani cammineranno lungo la costa per raggiungere Piombino e San Vincenzo, prima della tappa al santuario de La Verna. Il 2 agosto l’arrivo ad Assisi per vivere la Festa del Perdono alla Porziuncola.
“Approfittiamo di questa esperienza – raccontano i frati minori della comunità del San Francesco – per organizzare un campo-lavoro con il gruppo giovani degli ‘Ultimi’, che stanno preparando tutto quel che serve per l’accoglienza dei marciatori. Poi naturalmente ci sono i volontari della parrocchia per soddisfare al meglio le esigenze alimentari dei giovani”.
Il vescovo Rodolfo, che fu tra gli inventori della Marcia, trovandosi in questi giorni in Terra Santa, ha scritto una lettera ai giovani: “Quando verso la fine di luglio del 1980 – scrive, firmandosi ‘un vescovo ancora in cammino’ – camminavo verso Assisi con un gruppetto di frati coraggiosi e un centinaio di giovani come voi, stanco morto, pensavo solo a quando saremmo arrivati… Mi dicevo che ci eravamo imbarcati in una cosa da matti! Ogni giorno, però, quel camminare insieme sui passi di Francesco diventava più bello. Che ne sarebbe stato di quell’esperienza? Voi marciatori del 2019 siete il segno che, anno dopo anno, la Marcia è cresciuta, ha coinvolto migliaia di ragazzi, aiutandoli ad imparare, con il male ai piedi e il sole bruciante, quanto è bello faticare e mettercela tutta per arrivare a una meta scelta e amata”.