GROSSETO – “In tre anni abbiamo già recuperato duemila posti di lavoro e se riuscissimo a portare l’occupazione della costa al pari del resto della Toscana saremmo in grado di superare di slancio la altre regioni del nord”. Parte dai numeri e guarda al futuro con speranza il presidente della Toscana Enrico Rossi; ma usa anche realismo nel commentare lo studio di Irpet sugli effetti finora delle politiche messe in campo anche dalla Regione e le potenzialità dell’economia della costa toscana.
Non c’è trionfalismo. “I problemi rimangono – ammette – c’è molto ancora da lavorare”. Ma rivendica il lavoro fatto e che lavorare, soprattutto, paga. “Se manteniamo la barra dritta, la costa toscana, oggi debole, può diventare una delle aree più forti d’Italia, perché le potenzialità ci sono” spiega. “Dobbiamo andare avanti – incalza – Servono le infrastrutture. Abbiamo bisogno di una Toscana connessa per aumentare il suo livello di sviluppo”. Infrastrutture e connessioni sono fondamentali anche per gli imprenditori: quelli presenti in sala e che hanno partecipato alla presentazione dei dati ai giornalisti nell’auditorium della Provincia di Pisa lo ribadiscono.
Rossi elenca gli investimenti e gli impegni che si è accollata la Regione Toscana: la Darsena Europa, dove “una maggiore velocità non avrebbe guastato”, il porto di Piombino con l’escavo a venti metri che lo rende competitivo e capace di attrarre ulteriori investimenti. Rammenta gli interventi portati avanti da privati (nel settore della logistica ad esempio), l’azione condotta “anche con l’intelligenza delle maestranze sulla Solvay di Rosignano che ne ha evitato la chiusura”, gli interventi sul retroporto di Livorno con l’inaugurazione lunedì del cantiere per il collegamento ferroviario al porto, i ripascimenti degli arenili per aiutare il turismo, il sostegno (anche con risorse europee) alle imprese innovative in grado di far da traino, i pacchetti di risorse speciali riversati sull’area di crisi di Livorno. In tutto tre m iliardi di investimenti degli otto del Patto per lo sviluppo per l’intera Toscana da qui ai prossimi anni.
“Si tratta di azioni che non hanno solo fermato l’emorragia ma consentito un inizio di ripresa – sintetizza il presidente – Il problema è che ci sono nodi che si trascinano da troppo tempo”. E il riferimento mirato è alla Tirrenica, la strada che da Rosignano attende di arrivare fino a Civitavecchia.
“Spetta allo Stato essere protagonista nella risoluzione del problema – dice – La costa ha un handicap in termini di sviluppo perché non è collegata con quattro corsie in sicurezza tra Roma e Milano, come potrebbe esserlo se lo Stato facesse quello che, purtroppo, solo promette da dieci anni, anzi da decenni”. In dieci anni Rossi ha ribadito a tutti i ministri ai trasporti che sono passati che quella, per la Toscana, è la prima priorità. “Purché quattro corsie in sicurezza fossero, abbiamo accettato qualsiasi soluzione. Ma ogni volta – commenta amaro – si ricomincia daccapo ed è inaccettabile”.
Sulla stessa linea è anche il consigliere regionale Antonio Mazzeo, presidente della Commissione Costa. C’era anche lui oggi alla presentazione a Pisa. “Senza infrastrutture adeguate la Toscana non può viaggiare tutta assieme – sottolinea – e solo con una Toscana che viaggia tutta alla stessa velocità possiamo competere con le altre regioni d’Europa”. “La strada è quella giusta – aggiunge – E’ quella indicata dal presidente Rossi e lo dice anche l’Irpet. Sappiamo che si deve fare molto di più. Per farlo dobbiamo fare partire le grandi infrastrutture, i lavori alla Darsena Europa, la Tirrenica, il collegamento ferroviario tra la costa e il centro della Toscana”.