GROSSETO – Da questa mattina alle 7 gli uomini e le donne della Polizia hanno sulla divisa i nuovi distintivi. «Un’innovazione che chiude un cerchio, iniziato nel 1981, istituendo la Polizia di Stato e facendolo diventare un corpo civile» ricorda il questore Domenico Ponziani.
«Con i nuovi distintivi lasciamo le stellette, caratteristica dei militari e passiamo ai nuovi simboli: rombi, formelle e pentagoni a seconda del ruolo. In tutti i distintivi – prosegue Ponziani – resta l’aquila araldica che è il nostro stemma dal 1919 quando fu istituito il corpo delle guardie di sicurezza».
I nuovi distintivi sono stati intordotti per l’anniversario dell’istituzione della Polizia di Stato. Fu la legge 121 del 1981 a ridisegnarne lo status giuridico segnandone il distacco dal mondo militare. Con tale riforma la Polizia di Stato, in estrema sintesi, si apre alle donne, prevede una maggiore specializzazione attraverso selezioni sempre più rigorose e corsi di formazione prodromici a professionalità differenziate, cambia i nomi dei gradi che vengono ristrutturati ed arricchiti dal ruolo ispettori anello di congiunzione tra dirigenti e collaboratori.
Ed è proprio recuperando tale spirito riformista che l’uniforme di oltre 98.000 poliziotti da oggi cambia aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica, disegnati dall’esperto di araldica Michele D’Andrea. Ad accomunare passato e presente l’immagine, rivisitata stilisticamente, dell’aquila, emblema dell’Istituzione, che quest’anno compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza risalente al 1919.
Ali spiegate, zampe libere e divaricate disposte ai lati della coda folta e stilizzata come il restante piumaggio, testa rivolta a sinistra ornata dalla corona murata di cinque torri, scudo sannito con il monogramma RI in petto. L’aquila continua ad esprime il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente ciascun poliziotto difende diritti e libertà.
Compaiono invece per la prima volta, a caratterizzare le diverse qualifiche: il plinto araldico, costituito da una barretta orizzontale di colore rosso che rappresenta la struttura portante di un edificio, per gli agenti ed assistenti; il rombo dorato, con il suo profilo fusiforme che ricorda la punta di una lancia simbolo del dinamismo operativo temperato dall’esperienza, per i sovrintendenti; la formella, alto esempio di architettura gotico-rinascimentale, richiamo alla bellezza ed all’eleganza proprie del patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese, per i funzionari.
I distintivi uguali per tutti i ruoli differenziano le funzioni tecnico-scientifiche, tecniche e le attività professionali attraverso il diverso colore delle mostreggiature.