SCARLINO – Lo stoccagggio dei gessi rossi alla Cava di Montioni sta per terminare, per questo il gruppo consiliare “Per Scarlino” chiede al sindaco come verranno riutilizzati i gessi al momento dello scadere dei cinque anni previsti.
I “rifiuti prodotti da reazioni a base di calcio nella produzione del biossido di titanio” noti come gessi rossi sono quelli provenienti dal ciclo di produzione del biossido di titanio dello stabilimento di Scarlino della Societa Tioxide Europe oggi Venator Italy.
Tali gessi, ricordano i consiglieri di opposizione Emilio Bonifazi e Guido Mario Destri nell’interrogazione invviata al sindaco, sono utilizzati per il «ripristino di siti di cave, coltivate o abbandonate, nonché di operazioni di sigillatura di discariche successive alla chiusura dell’impianto».
L’intesa per l’utilizzo nel ripristino della Cava di Montioni, all’interno delle Bandite, è ormai giunta al termine. «E’ necessario ed urgente trovare un nuovo sito dove stoccare i gessi rossi per scongiurare il rischio della chiusura dell’attività della Venator».
«A questo scopo si richiama la responsabilità del Comune di Scarlino in quanto sede di impianto a promuovere un nuovo percorso che coinvolga i comuni limitrofi, la Regione Toscana, le parti sociali e gli organi competenti e che impegni l’Azienda alla presentazione di un progetto di stoccaggio e riutilizzo che sia ambientalmente e produttivamente sostenibile stante l’indisponibilità sia di Montioni sia delle aree a piè di fabbrica – proseguono Bonifazi e Destri -. Tenendo presente che l’accordo del 2015 ha richiesto molti mesi di intensi confronti con tutti i soggetti firmatari e si trattava di completare l’attività ventennale in un sito già interessato dal ripristino. Rilevato che non è al momento disponibile nessuna alternativa a Montioni perché i comuni limitrofi a Scarlino non hanno ancora assunto decisioni definitive a riguardo».
La Venator, ricordano i consiglieri: «E’ l’unico produttore di biossido di titanio in Italia, nello stabilimento di Scarlino. Produce circa 450.000 tonnellate/anno di rifiuto costituito da solfato di calcio biidrato contenente ossido di ferro, denominato “gesso rosso”. Crea occupazione diretta ed indiretta per circa 500 lavoratori in piccola parte residenti nel Comune di Scarlino e per lo più provenienti dai comuni limitrofi».
I consiglieri chiedono al sindaco: «Quali iniziative concrete ha effettuato insieme alla Regione.n Quali iniziative fattive ha effettuato insieme agli altri Comuni. L’esito di questi incontri e i tempi per trovare una soluzione adeguata e condivisa. Quali siti sono stati indicati a Venator come alternativa a Montioni. Quali garanzie Venator è disponibile a dare sulla predisposizione del nuovo sito, sul trasporto dei Gessi, sul mantenimento dei Livelli Occupazionali,sugli investimenti in studi e ricerche volti alla riduzione della produzione dei reflui e sul rispetto della tutela ambientale, anche come impegni a garanzia della continuità produttiva della fabbrica».