GROSSETO – Anche il consigliere di opposizione capogruppo della lista Mascagni Sindaco nel consiglio comunale di Grosseto, Carlo De Martis interviene sulla variante urbanistico portata ieri in consiglio comunale a Grosseto. E torna sull’argomento con una frase “Nessuno vuole più una casa al quarto piano in via della Pace, la gente chiede villette di qualità!”. «Questo – afferma De Martis – è stato il leitmotiv delle argomentazioni con le quali la destra al governo della nostra città ha giustificato il ‘bisogno’ di nuove lottizzazioni in aree verdi alla periferia del tessuto urbano. Uno slogan che ricorda tanto l’invito a mangiar brioche, in assenza di pane, rivolto da Maria Antonietta al popolo affamato».
«Con le varianti urbanistiche approvate a colpi di maggioranza nell’ultimo consiglio comunale – nel surreale silenzio degli stessi consiglieri di maggioranza, nessuno dei quali ha proferito parola, neppure i due parlamentari – si apre una nuova fase per Grosseto, e non c’è da stare sereni. Le nuove speculazioni edilizie al Casalone, alcune adiacenti all’ippodromo ed altre nelle campagne che guardano i colli di Grancia, rappresentano infatti solo la testa di ponte dello ‘sviluppo’ prefigurato da Vivarelli Colonna & C».
«Grosseto, è stato annunciato, si allargherà «verso le nostre eccellenze naturalistiche, il mare e il Parco della Maremma», attraendo non solo i residenti ma anche i turisti, in dichiarata concorrenza con le strutture ricettive di Castiglione e Marina – prosegue De Martis -. Una scelta sbagliata. Innanzitutto perché, molto banalmente, l’urbanizzazione delle nostre ‘eccellenze naturalistiche’ non farà che mortificare proprio quelle eccellenze, privando il nostro territorio della principale risorsa turistica che ha: l’ambiente e la sua bellezza. In secondo luogo perché Grosseto non ha bisogno di altre isole di periferia, di nuovi quartieri dormitorio privi di identità, servizi e, non ultimo, relazioni sociali con il resto della città. Grosseto, al contrario, ha bisogno di riappropriarsi di sé stessa».
«Scriveva Calvino che una città prende forma dai deserti a cui si oppone. Ebbene, c’è stato un tempo nel quale Grosseto ha dovuto opporsi al deserto che aveva all’esterno, fatto di campagne malsane, rendendolo finalmente abitabile. Oggi pensiamo che Grosseto debba opporsi invece ai deserti che ha dentro, a quei vuoti che nel centro storico e nei quartieri tradizionali si fanno via via più estesi e profondi, e che invece di essere abbandonati dovrebbero essere oggetto di seri interventi di rigenerazione. Anche perché, a tacer d’altro, Grosseto soffre ormai da anni, e per la prima volta nella sua storia moderna, di una fase di stagnazione demografica, che sommata ad una offerta immobiliare satura rende ancor più incomprensibile e priva di utilità la stessa idea di un ulteriore allargamento del tessuto urbano e di altre cementificazioni».
«Pure l’altra variante, con la quale è stato dato il via libera ad un nuovo polo commerciale in via Scansanese – un supermercato di 1500 metri quadrati con annessi studi medici e un distributore di carburante, proprio accanto al Simply – non farà altro che assestare l’ennesimo colpo agli esercenti delle attività di vicinato che ancora resistono – continua -, e con loro a quanti insistono a vivere la nostra città e i suoi quartieri, a dispetto dei desiderata dei ‘nostri’ amministratori. In un settore, quello dei generi alimentari, ormai saturo (per numero di supermercati in Toscana siamo secondi solo a Firenze, a Grosseto ne abbiamo tanti quanti quelli esistenti a Lucca e Pistoia messe insieme), il risultato di questa operazione sarà bensì la nascita di nuovi posti di lavoro, ma a scapito di quelli già esistenti. Basti pensare che la CGIL risulta essersi già attivata per affrontare il problema dei licenziamenti che inevitabilmente si produrranno negli esercizi commerciali esistenti, destinati a soccombere dinanzi a questo nuovo polo commerciale. Il tutto senza tralasciare l’aumento del traffico veicolare, in una zona ancora non congestionata, che questo intervento porterà in dote».
«Dopo tre anni di nulla, trascorsi tra selfie per quattro buche tappate ed il completamento di progetti avviati dalla precedente amministrazione, oggi per la prima volta Vivarelli Colonna presenta la sua idea di città, la sua idea di futuro per tutti noi. Ed è un’idea che non ci piace: priva di fantasia, priva di impegno, priva di reale attenzione per la nostra comunità. E’ la resa della politica, è l’ammissione di incapacità dei nostri governanti di prendersi cura dell’esistente, decidendo di abbandonare a sé stessi interi pezzi di città per dedicare altrove, dove è più facile e più conveniente (e per chi potrà permetterselo), le energie e le risorse economiche disponibili» conclude Carlo De Martis.