GROSSETO – “Secondo gli ultimi dati (2015) forniti dalla Cia di Grosseto, nella nostra Provincia ci sono 66.611 percettori di pensione, circa 3 pensionati ogni 10 residenti e costituiscono circa il 29, 8% dell’intera popolazione. Un numero più alto della media regionale che si attesta al 28,3% e a quella nazionale che si ferma al 26,7%. Di questi circa due terzi abitano nelle aree di campagna e circa 11% del totale sono, a vari livelli, non autosufficienti. Non abbiamo dati precisi su quanti vivono da soli ma ci risulta che il numero sia importante – spiega Gianfranco Turbanti, presidente di Anp-Cia, durante il convegno “Gli anziani: quale futuro” organizzato dall’associazione, che si è tenuto stamani nella sala Pegaso della Provincia.
“L’allungamento della vita non va sempre di pari passo con le buone condizioni di salute aumentando, in questo modo le domande di aiuto e di servizi. Per questo ci sentiamo in dovere di organizzare eventi come quello di questa mattina – continua Turbanti -, con l’auspicio di avere attenzione e rispetto. Poiché le persistenti richieste fatte dalla Confederazione per politiche agricole rurali innovative ed integrate, che portino investimenti e sviluppo economico nelle aree interne, ad oggi non hanno trovato adeguata concretizzazione, chiediamo che il sistema del welfare venga rivisto in modo da poter garantire aiuti e sostegno, ad iniziare dalla terza età e da chi vive in zone disagiate”.
“Fondamentale in questo senso è la questione reddito – prosegue il presidente di Anp-Cia Grosseto -: sono molte le iniziative portate avanti dalla Anp eppure siamo ancora a rivendicare l’adeguamento delle pensioni minime , attualmente a 513 euro, largamente insufficienti per chiunque ma soprattutto per chi vive in zone interne ed è costretto a maggiori spese. Una così magra pensione costringe molti agricoltori a lavorare anche se sono il là con gli anni, utilizzando strumenti e macchinari che richiedono attenzione e concentrazione, requisiti che, come possiamo immaginare, ad una certa età vengono meno. Giudichiamo questo una vergogna per un Paese civile anche perché spesso è la causa di infortuni ed incidenti gravi”.
“Altra nota dolente – aggiunge Turbanti – sono i continui tagli alla sanità che si traducono i minori servizi e prestazioni socio-sanitarie periferiche. Anche se in provincia di Grosseto abbiamo notizie di alcuni lievi miglioramenti ci risultano ancora insufficienti e comunque non uniformati territorialmente ma a macchia di leopardo. La politica deve fare di più investendo sulla sanità e sulla “protezione” sociale dell’anziano, ma anche dei familiari che lo accudiscono, con offerte efficaci, efficienti, tempestive e pubbliche. Non fa più notizia che molti sono costretti ad indebitarsi per pagare cure sanitarie ma questo è un lusso che molti pensionati, a causa del basso reddito, non si possono permettere . Nelle zone rurali, caratterizzate dalla carenza di servizi ed infrastrutture, è necessario fare rete tra tutti coloro che, a vario titolo, si occupano di assistenza: 118, guardia medica, medici di famiglia, distretti socio sanitari, assistenti sanitari e ospedali. Per fare questo vanno risolte le persistenti criticità emerse dalla nascita dell’Area Toscana Sud Est, va potenziata la banda larga, vanno completate le infrastrutture di comunicazione e la georeferenzialità deve trovare piena attuazione”.
“L’allungamento della vita richiede anche che l’offerta delle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali, sia ampliata e soprattutto adeguata alle patologie croniche, degenerative ed invalidanti che purtroppo sono in aumento. I familiari non possono essere lasciti soli in questo percorso e come società non possiamo non garantire cure e supporti dignitosi. Facendo un passo avanti chiediamo che le liste di attesa siano accorciate, magari dando priorità alle vere urgenze e, non da ultimo, è fondamentale una maggiore razionalizzazione della libera professione al fine di renderla coerente, e non in concorrenza, con la sanità pubblica”.
“La terza età ha un valore importante per tutto il contesto socio economico territoriale – conclude Turbanti – per questo va difesa e tutelata. Sarebbe auspicabile e opportuno dunque che la Anp – Cia Grosseto potesse tornare ad essere presente nei vari comitati di partecipazione delle SdS, il luogo deputato, secondo noi, per affrontare insieme le criticità delle singole realtà territoriali e per garantire una maggiore vicinanza tra istituzioni e pensionati. Tornando al tema del convengo, per dare un futuro dignitoso agli anziani, per non emarginarli e per non farli sentire un peso, noi continueremo a batterci perché siamo fermamente convinti che il grado di civiltà di un Paese si misura anche dal modo in vengono considerati gli anziani”.
Al convegno “Anziani: quale futuro” ha preso parte anche il direttore generale della Asl Toscana sud est, Antonio D’Urso. “La giornata è stata un’importante occasione per conoscere i bisogni sanitari dei territori presentati dalla parte di chi ci vive. Avvicinare i servizi al cittadino garantendo appropriatezza delle cure e mantenendo lo stesso livello di qualità per assicurare equità di accesso anche ai residenti in zone più disagiate, questa è la nostra priorità sul territorio – afferma D’Urso -. L’ area grossetana presenta elevata dispersione e numerose aree disagiate. Il nostro impegno si concentrerà quindi sul garantire il principio di prossimità dei servizi sanitari anche attraverso soluzioni innovative come la telemedicina, soprattutto per le patologie croniche, e il prossimo impiego di un camper che porterà i servizi direttamente vicino ai pazienti, in particolare per esami diagnostici minori”.
“Anche sul fronte della dotazione di personale sanitario e del governo delle liste di attesa – conclude il direttore generale della Asl Toscana sud est – siamo già intervenuti con l’ assunzione di nuovi medici dedicati soprattutto al Pronto Soccorso e allo stesso tempo abbiamo investito ingenti risorse economiche, pari a 1.250.000 euro, per l’ aumento di volumi di attività eseguiti da soggetti privati accreditati, abbattendo in tal modo le liste di attesa. Voglio comunque sottolineare che tutte le prestazioni in classe di priorità breve (b) vengono sempre garantire dalle nostre strutture entro i 10 giorni come previsto della normativa”.