FOLLONICA – Sono undici le persone arrestate nell’operazione “Fake onlus” della Guardia di finanza. Un’indagine lunga quattro anni su finte onlus e cooperative che gestivano l’accoglienza ai migranti. Ma ai migranti andava ben poco, il resto restava in tasca agli indagati.
Oltre 100 finanzieri del Comando Provinciale di Lodi hanno eseguito in varie parti d’Italia, (Lombardia e Campania perlopiù) un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano nei confronti di undici persone, appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita alla truffa e all’autoriciclaggio.
Due di queste perone si trovavano in vacanza a Follonica, e questa mattina la tenenza della Guardia di finanza ha eseguito i due arresti.
Le indagini dirette dal procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Ilda Boccassini e dal sostituto procuratore, Gianluca Prisco, e condotte dai Finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Lodi hanno consentito di delineare i tratti essenziali, di un pericoloso sodalizio criminale che si è stabilmente inserito nelle gare pubbliche per la gestione dell’emergenza migranti indette dalle Prefetture di Lodi, Pavia e Parma.
Nel corso delle complesse attività investigative durate due anni, si è registrata la progressiva costituzione di Onlus\Cooperative, collegate tra loro da mirati interscambi di cariche amministrative, appositamente costituite al sol fine di partecipare ed aggiudicarsi le gare\convenzioni indette dalle citate Prefetture offrendo, spesso, il prezzo più conveniente a ribasso, producendo a supporto documentazione non veritiera sui servizi offerti ai migranti.
L’alternarsi delle cariche rappresentative all’interno delle Onlus nasce dalla necessità di partecipare ai bandi in modo da evitare che emergessero i precedenti penali di alcuni indagati; ciò, infatti, rappresenta una causa ostativa alla partecipazione ai bandi stessi. Negli anni monitorati, che vanno dal 2014 sino ad oggi le ONLUS e le Cooperative sociali indagate hanno beneficiato, complessivamente, di somme pubbliche per oltre sette milioni di euro ma la gestione economico-finanziaria ha permesso di far luce su un articolato e complesso sistema di fondi pubblici distratti.
Inoltre, le Onlus risultano essere collegate a noti pluripregiudicati appartenenti alla n’drangheta, i quali le hanno sfruttate per far ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza; infatti veniva attestata, falsamente, la possibilità/necessità di poter accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le predette cooperative.