GROSSETO – «La nostra città non vanta molti record. Uno di questi è la densità di negozi di generi alimentari» affermano i consiglieri comunali Carlo De Martis, Marilena Del Danto (Lista Mascagni Sindaco), Lorenzo Mascagni, Manuele Bartalucci, Ciro Cirillo, Marco Di Giacopo, Catuscia Scoccati (PD). «Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sul commercio, recentemente riportati dalla CGIL, la nostra città svetta con ben 340 metri quadrati di superficie di vendita ogni mille abitanti, a fronte di una media nazionale di 228,3 metri quadrati e di una media regionale di appena 195,8 metri quadrati».
«Un record del quale non c’è da essere troppo contenti perché si è tradotto in un progressivo impoverimento del tessuto economico urbano e, con esso, in una desertificazione sociale di interi quartieri, a cominciare dal centro storico. Ebbene, non contenta di un tale stato di cose, il prossimo 5 luglio l’amministrazione Vivarelli Colonna porterà in consiglio comunale una variante per realizzare l’ennesimo polo commerciale in una periferia della città».
«Il progetto, tenuto ben nascosto dalla giunta fino a quando non lo abbiamo disvelato qualche mese fa, prevede infatti che su via Scansanese, tra il supermercato Simply e il cimitero, circa 13.000 metri quadrati attualmente destinati a verde privato vincolato siano trasformati in una struttura commerciale, con altezza fino a dieci metri, destinata a vendita di generi alimentari, studi medici e distributore di carburanti» prosegue la nota.
«Un nuovo polo commerciale che interverrà in un mercato ormai saturo e che, pertanto, non farà altro che drenare le già scarse risorse su cui possono fare affidamento le realtà esistenti. Anche gli annunciati posti di lavoro rischieranno di tradursi in un’operazione anch’essa a somma zero, andando a sottrarre i posti di lavoro degli esercizi commerciali che si troveranno costretti alla chiusura o comunque ad una riduzione del personale».
«Problemi, questi, che abbiamo sottoposto in commissione all’assessore all’urbanistica, e che lo stesso ha liquidato come ‘irrilevanti’, così come ha definito irrilevante l’opportunità di un confronto preventivo con le organizzazioni di categoria, del commercio e dei lavoratori (non sono obbligato dalla legge, ha risposto). Peccato che i rischi che questo nuovo polo commerciale potrà comportare, in termini di impatto sociale ed economico, non sono solo il frutto delle ‘fantasie’ di un gruppo di consiglieri di opposizione, piuttosto che dei rappresentanti di categorie che si sono volulti snobbare, ma sono l’oggetto di un’attenta indagine svolta dai tecnici della Regione Toscana, che hanno individuato gravi “carenze valutative e l’assenza dei requisiti minimi per la pianificazione attuativa”».
«Ad essere esplicitamente censurate sono diffuse carenze nella valutazione degli effetti cumulativi generati dalla nuova realizzazione sulle “ripercussioni sul tessuto insediativo esistente, considerando l’area d’influenza d’intervento, compresi gli esercizi commerciali limitrofi esistenti e di recente realizzazione”. Ed ancora viene censurata una valutazione inadeguata “sull’impatto della mobilità” e la mancata individuazione di efficaci interventi “di risoluzione dei nodi di criticità” sulla viabilità. Il tutto senza tralasciare i rischi paventati dagli stessi tecnici del comune rispetto all’interramento dei serbatori di carburante in considerazione della presenza del subalveo fluviale nei terreni coinvolti».
«Dopo tre anni di silenzio – inframezzati solo dalla notizia dell’abbandono del Peep di via dei Barberi, con il dirottamento in altro luogo delle risorse per la rigenerazione di quell’area – compare così l’assessore all’urbanistica, con una serie di varianti da adottare in fretta e furia (un’altra è la famigerata lottizzazione nelle campagne del Casalone), al di fuori degli strumenti ordinari di pianificazione, con modalità che non possono che indurre forti perplessità e interrogativi, sia per il merito che per il metodo. Be’, se questo è il servizio che l’assessore urbanistica intende offrire alla nostra città, allora avrebbe potuto continuare a rimanere nel torpore al quale ci aveva abituati» conclude la nota.