GROSSETO – Negli Stati Uniti c’è un piano di investimenti strutturali da 2 trilioni di dollari appena approvato, con 500 milioni di dollari già stanziati e operativi. Un “tesoro” per tutte le imprese che vogliono investire. Comprese quelle italiane e maremmane. E la chance, disponendo degli strumenti giusti, è di quelle da non lasciarsi sfuggire. Per questo Confindustria Toscana Sud ha organizzato a Grosseto il convegno “Il possibile processo di internazionalizzazione in Usa per una Pmi: aspetti legali, fiscali e societari”. Con un ospite d’onore: il console generale Usa di Firenze, Benjamin V. Wohlauer.
«Nel dna della nostra associazione – ha detto Francesco Pacini, presidente della delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud, con il responsabile della delegazione Giovanni Mascagni – c’è da sempre la volontà di promuovere e incrementare l’export del nostro territorio, perché crediamo sia la strategia vincente per la crescita. Attualmente dobbiamo inseguire, perché la provincia di Grosseto vale appena l’1,1% dell’export toscano, per un valore di 400 milioni, equamente suddivisi tra chimica e agroindustriale. C’è un divario enorme da colmare e da qui vogliamo ripartire, offrendo a tutte le imprese un servizio cui teniamo molto: condividere esperienze e competenze affinché diventino opportunità di sviluppo. Ci muove la consapevolezza che le aziende che riescono a crescere sono anche quelle che si avventurano in processi di internazionalizzazione e in mercati europei e mondiali. E la presenza del console Wolhauer è un segnale importante per tutta la Maremma». Per Benjamin V. Wohlauer è la seconda volta a Grosseto, ospite di Confindustria.
«È un piacere e un chiaro segnale – ha detto il console generale Usa di Firenze – del nostro grande interesse per gli investimenti negli Stati Uniti da parte delle imprese di questa parte di territorio. Il mercato americano offre un momento particolarmente fruttuoso per gli investitori stranieri, non solo per le grandi aziende ma anche per quelle medie e piccole. La crescita economica Usa continua a essere tra le più alte del mondo, così come il tasso di fiducia dei consumatori, e l’attuale amministrazione si è impegnata nella riduzione della pressione fiscale e burocratica. Insomma, questo è il momento giusto per investire. Siamo disponibili per qualsiasi cosa: dai contatti con i rappresentanti dei diversi Stati ai consigli sulle opportunità, fino alle domande sui visti per gli investitori». Un punto di riferimento è il portale web www.selectusa.gov.
«In questo momento – hanno detto il commercialista Mario Fuzzi e l’avvocato Florestano Funari di Iux Team, studio con esperienza ventennale nel mercato statunitense – gli Usa hanno un tasso di disoccupazione del 3,6% (non era così basso dal 1969) e una crescita del Pil pari al 3,2%. Inoltre è stato presentato un nuovo piano di investimenti strutturali per 2 trilioni di dollari, con i primi 500 milioni già stanziati e operativi: un contesto ideale per investire, una grande opportunità per le imprese, anche quelle italiane, molto amate negli Stati Uniti. Ma è importante avere gli strumenti giusti. La prima cosa da verificare è la proprietà intellettuale: è un mercato in cui il contenzioso costa, tanto da rivelarsi spesso insostenibile per le medie imprese. C’è molta attenzione alla tutela del consumatore, tra manuali e indicazioni di prodotto. Esiste un forte sistema di incentivi, ma occorre un business plan adeguato. Particolare attenzione, poi, va posta al modello legale societario Usa, unico al mondo. E alle norme tributarie: oltre all’imposizione federale, i 50 Stati hanno piena libertà sotto il profilo fiscale». In Maremma, tra chi ce l’ha fatta, c’è Elettromar\: l’azienda di Follonica, specializzata nel settore ferroviario, esporta negli Usa dagli anni Novanta, nel 2011 ha costituito una propria società, la Elettromar Inc., e ha una sede a Buffalo, nello Stato di New York. A portare la testimonianza dell’azienda sono stati Andrea Fratoni e Diego Gaggioli, vice responsabile acquisti e responsabile settore rail di Elettromar. «Gli Stati Uniti – hanno detto – sono un Paese che offre molto, anche sotto il profilo delle relazioni. Ne abbiamo strette molte, e questo ci ha aiutato: ad esempio con le Università. Un consiglio per gli imprenditori che vogliono provare a espandersi in questo mercato? Appoggiarsi inizialmente a un laboratorio statunitense di certificazione: metterà a disposizione tutto quello che c’è da sapere per la propria attività».