GROSSETO – Sono 12 le persone che oggi sono state insignite delle onorificenze al merito della Repubblica. Oggi la festa in piazza per il 2 Giugno con la consegna delle pergamene alla presenza del Prefetto.
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Ecco l’elenco completo: Patrizia Mazzucchi, Funzionario informatico del Ministero dell’interno); Luogotenente Franco Filippini, Sottufficiale della Guardia di Finanza; Luogotenente Giuseppe Maggi, Sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri; Fabrizio Montomoli, Ispettore Capo della Polizia di Stato in quiescenza; Cosimo Pacella, medico chirurgo e presidente del Consiglio comunale di Grosseto, Ispettore Superiore Margherita Procopio, Ispettore Della Polizia di Stato; Sottotenente Giovanni Schépisi, Ufficiale dell’arma dei Carabinieri; Giovanni Sclano, Impiegato di Poste Italiane in quiescenza; Paolo Varesi, Commissario della Polizia di Stato in quiescenza; Igor Volpini, Luogotenente della Guardia di Finanza in quiescenza; Pietro Scarpino, Funzionario informatico del Ministero dell’interno; Paolo Landi, Commissario della Polizia di Stato in quiescenza.
In piazza anche i nuovi sindaci eletti nell’ultima tornata elettorale.
Di seguito il discorso completo del prefetto Cincia Torraco:
Desidero innanzitutto rivolgere il mio cordiale saluto alle cittadine e ai cittadini che quest’oggi sono spontaneamente affluiti, in folta partecipazione, nello spazio solenne della civica agorà di Grosseto, animati evidentemente da quel sentimento di sincera e convinta adesione ai valori repubblicani così come ai principi costituzionali, di cui sono persuasa – e del pari auspico – che l’odierna celebrazione resti testimonianza autentica vissuta e non tributo esteriore di mera circostanza.
Di tutte le celebrazioni nazionali ufficiali, infatti, la Festa della Repubblica Italiana, che quest’oggi ricorre, rinnova e deve rinnovare, non senza entusiasmo e solenne impegno, la scelta fondativa originaria che le elettrici e gli elettori italiani consapevolmente espressero, ormai 73 anni or sono, con il proprio voto referendario nella storica data del 2 giugno1946.
Rivolgo il mio saluto, quindi, ai rappresentanti di tutte le Autorità civili, militari e religiose del nostro territorio provinciale qui intervenuti e, segnatamente, agli onorevoli parlamentari, deputati e senatore, della Repubblica e il rappresentante della Regione Toscana, che ringrazio tutti indistintamente per l’impegno rappresentativo che essi sempre onorano nelle ricorrenze pubbliche di maggiore rilievo, così mostrando un senso di appartenenza e di sensibile attenzione istituzionale nei momenti più significativi per l’intera comunità territoriale.
Nel portare il mio distinto saluto al Sindaco della Città di Grosseto nonché Presidente dell’Amministrazione provinciale e ai Sindaci dei diversi Comuni della provincia, accolgo con piacere e saluto cordialmente altresì i Sindaci neoeletti di quei Comuni della nostra provincia, i cui Consigli sono stati interessati dalle recentissime consultazioni elettorali; a loro indirizzo il mio personale augurio di buon lavoro per lo svolgimento del proprio mandato istituzionale nei propri territori.
Parimenti prego tutti gli amministratori territoriali di volersi rendere latori, a mio nome, presso le rispettive comunità dei concittadini, del mio saluto e dei miei auguri nella ricorrenza celebrativa odierna.
Né ometto di includere nel mio indirizzo iniziale di saluto tutte le più autentiche e feconde espressioni rappresentative dell’associazionismo libero della società civile del territorio, con distinta considerazione per le sezioni, provinciale e cittadina, dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che, da vigile sentinella e sensibile custode del patrimonio valoriale repubblicano, si rende sempre vivamente partecipe del dibattito pubblico su temi di alto impegno sociale e civile.
E’ inveterata consuetudine, come tutti sappiamo, che, nella ricorrenza odierna, sull’intero territorio nazionale attraverso i Prefetti della Repubblica e, all’estero, attraverso le sedi istituzionali proprie delle Rappresentanze diplomatico-consolari italiane, tutta la comunità dei cittadini italiani, diffusa nel mondo, si raccolga idealmente intorno alla figura del suo più Alto Rappresentante istituzionale, il Presidente della Repubblica, simbolo dell’unità nazionale del Paese, il cui messaggio è stato or ora veicolato a questa piazza cittadina attraverso la mia voce.
Le parole di altissima ispirazione e denso significato civile e morale dettate dal Capo dello Stato sono monito universale per noi tutti, sia come cittadini comuni sia come rappresentanti delle Istituzioni pubbliche a tutti i livelli di responsabilità e di azione, e invitano a perseverare, con rinnovato impegno e slancio, nell’azione continua di coerente testimonianza dei valori repubblicani e costituzionali.
Non si può né si deve nascondere – e in coscienza nessuno potrebbe farlo disinvoltamente – quanto possa risultare difficoltoso il disimpegno quotidiano di questo esercizio di etica civile, pubblica e privata, che significhi prioritariamente convinta adesione alla legalità costituzionale e assunzione concreta di responsabilità propria orientata in direzione di finalità esclusive di pubblico interesse.
Nella mia esperienza di Prefetto in sede, che ormai volge al compimento di tre anni, mi è capitato di interloquire, con frequenza, nel lavoro quotidiano, anche con privati cittadini, singoli o riuniti in aggregazioni associative, oltre che con figure istituzionali e titolari di cariche pubbliche.
Attraverso il dialogo continuo con queste diverse voci emergenti dal territorio, ho potuto così cogliere – e non di rado – espressioni accorate di insoddisfazione ed anche di vibrante protesta per le difficoltà oggettive di vita, individuale e collettiva, cui il momento storico attuale impone in tutta evidenza di misurarsi sul piano umano e ciò soprattutto negli anni relativamente più recenti del Paese.
Siamo tutti consapevoli, infatti, della circostanza che fattori strutturali e contingenti, sia pur in forme differenziate per singoli territori, possano esercitare ancora un’azione sensibilmente ostativa alla definitiva liberazione e valorizzazione delle pur ingenti risorse, materiali ed immateriali, di cui il nostro Paese, per sua antica tradizione, natura e cultura, è innegabilmente provvisto e riccamente dotato.
Eppure, così come ho potuto raccogliere, dandone ora testimonianza pubblica davanti a tutti, l’espressione di un disagio patito, a mero titolo esemplificativo, per la burocrazia lenta e farraginosa oppure per l’incapacità di sintesi e dialogo tra comparti diversi del medesimo plesso amministrativo pubblico – circostanza che io stessa ho censurato, impegnandomi a intervenire personalmente –, ho potuto del pari rilevare come abbia ripreso a circolare in modo diffuso un’esigenza sociale di rinnovamento non più latente, ma pienamente emersa e, con essa, la favorevole aspettativa circa l’apparire e affermarsi di una nuova cultura istituzionale, capace di mostrarsi più sensibile e attenta alla legalità e alla trasparenza nell’azione degli apparati pubblici così come alla partecipazione e alla condivisione inclusiva.
Personalmente, vale a dire anche al di fuori del ruolo istituzionale pubblico che oggi io rivesto come rappresentante dello Stato sul territorio provinciale, resto fermamente convinta della forte capacità generativa del dialogo aperto tra le persone, purché correttamente inteso e recepito come confronto libero nel rispetto reciproco e incondizionato delle posizioni di appartenenza, ancorché confliggenti e antagoniste.
Questa metodologia non aspirerà certo a porsi come garanzia di risoluzione di ogni criticità presente o futura – nessuna persona adulta ragionevole potrebbe seriamente concepirlo, per quanto di animo ottimista – ma il metodo dialogico e concertativo, nell’attuale assetto organizzativo complesso proprio della nostra società contemporanea, appare l’unica via sostenibilmente percorribile per la tenuta degli equilibri sociali e civili.
Personalmente, questa volta nell’esercizio del mio ruolo istituzionale, ritengo così di impegnarmi a onorare il mio dovere di funzionario pubblico e servitore dello Stato, sforzandomi di essere e restare coerente, nell’azione quotidiana, con il volto personalista e solidarista delineato dalle Madri e dai Padri Costituenti nella tessitura della nostra Costituzione repubblicana.
Conclusivamente, per aver significativamente concorso, ciascuno nel proprio ambito professionale o personale e, comunque, con il contributo della propria esperienza diretta, all’attuazione di quegli stessi, alti valori repubblicani e costituzionali, dodici persone del nostro territorio oggi ricevono, consegnate dalle mie mani, le onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica conferite dal Presidente della Repubblica; anche rendendomi interprete del comune sentire dei presenti tutti, formulo loro, dunque, le mie più vive e sincere congratulazioni.
A tutti i presenti rivolgo, infine, i miei personali auguri per la Festa della Repubblica nel 73esimo Anno della sua fondazione.
Viva l’Italia, Viva la Repubblica!