CINIGIANO – “Ancora una volte Romina Sani cerca di farmi dire cose che non dico” lo afferma la candidato sindaco della lista “Noi per Cinigiano”, Serena Tucci, sulla questione del confronto tra il vino di Montecucco e le realtà limitrofe.
“Soprattutto la mia avversaria -sostiene Tucci- pretende di contestare evidenze che sono sotto gli occhi di tutti. Questavolta la pietra dello scandalo è il vino Montecucco e il paragone da noi fatto a riguardo con la realtà del limitrofo comune di Montalcino e del Brunello. Eretico dire che la promozione dei prodotti tipici del nostro territorio. praticamente nulla ad oggi, nonché quella legata al Vino Montecucco, non abbiano portato finora i risultati sperati”.
“Altrettanto eretico – sostiene la candidata – fare un paragone con una realtà confinante famosa in tutto il mondo attraverso un prodotto che peraltro non si discosta tanti dal nostro, e questo lo dice pure lei , con le sue citazioni dalle riviste di settore. E allora qualunque persona mediamente intelligente (anche i pendolari possono esserlo) si chiede se non c’entrino per caso le strategie di marketing e le politiche territoriali. Non mi interessa e non mi permetto di giudicare l’operato di nessuno nello specifico, né disconoscerne l’ impegno profuso in questi anni trascorsi, ma che il nome di Cinigiano non abbia circolato nel mondo , e neppure in Italia e neppure in Toscana, attraverso i suoi prodotti e soprattutto attraverso il vino Montecucco mi sembra una verità indiscutibile”.
“Che le aziende del territorio soffrano – aggiunge Tucci – e molte combattano con le giacenze di prodotti invenduti, è un’altra evidenza poco contestabile. Se poi è vero che magari gli ettari vitati ultimamente sono aumentati, Sani, che il radicamento generazionale al suo territorio tanto sbandiera, dovrebbe sapere che la maggior parte di questi producono uve non destinate alla produzione di Montecucco, o perché di proprietà di imprenditori di fuori Comune, che acquistano i nostri terreni e le nostre quote a prezzi più vantaggiosi che altrove , oppure perché , pur essendo di viticoltori di Cinigiano , questi conferiscono le loro uve a cantine di altri comuni, (prima fra tutte proprio quella sociale di Montalcino) poiché le dimensioni delle loro aziende non consentono loro di sostenere i costi di una cantina privata, per poi imbottigliare un prodotto che non ha gli adeguati circuiti di vendita su un mercato che tra l’altro, ad oggi lo paga ad un prezzo molto inferiore a quanto meriterebbe. D’altro canto una cantina sociale nel nostro Comune non c’e’. Non solo. Anche realtà locali piu’ importanti, che le proprie cantine private sono riusciti a realizzarle, destinano solo una parte delle loro uve alla produzione di Montecucco -quindi di prodotto di zona- quella sufficiente a realizzare bottiglie di sicura vendita, conferendo anch’esse il surplus a cantine fuori Comune, sempre per evitare le odiose giacenze”.
“Se qualche isolata azienda – dice ancora Tucci- l’ha spuntata in questi anni è stato grazie a proprie personali capacità manageriali e anche, perché no, ad un pizzico di fortuna che purtroppo, si sa, non bacia sempre tutti allo stesso modo, sicuramente non per una spinta propulsiva ricevuta dal territorio né da un’amministrazione propositiva , che anzi, a volte, mi sono sentita dire ‘ha pure messo i bastoni tra le ruote'”
“Siccome nella ‘Cinigiano che vorrei’ -afferma la candidata – in cui il nostro Sindaco vive da tempo, tutto o è già stato fatto o non si puo’ fare perché sono le leggi della fisica ad impedirlo, allora lasciamo pure che ogni proposta di cambiamento ed ogni visione differente alla sua vengano stroncate sul nascere , perché tanto è piu’ importante difendere ad ogni costo lo status quo che chiamare le cose con il loro nome e cognome”.
“Mi sorprende e mi fa sorridere il fatto – conclude Tucci – che questo sindaco uscente , candidato al secondo mandato, abbia piu’ a cuore il nostro programma che il suo, visto il tempo che spende a tentare di screditare le proposte del nostro gruppo , piuttosto che a promuovere le sue, sintetizzate in un programma elettorale che nella sostanza appare, forse, un’ edizione rivisitata e corretta della sua relazione di fine mandato.E cosi’ i suoi sforzi sono tutti protesi a disintegrare visioni innovative , perché il nuovo a Cinigiano o c’e’ già, e non ce ne siamo accorti, per qualche strano motivo, o non si puo’ fare forse solo perché non ci è riuscita lei?”