FOLLONICA – «Salasso Tari, politiche fallimentari dell’amministrazione uscente. Serve una rivoluzione: no all’incenerimento, peso politico in sede Ato, educazione ambientale, tariffa puntuale» a dirlo Massimo Di Giacinto, candidato sindaco del centrodestra follonichese.
«Dopo cinque anni di politiche che hanno portato al pessimo risultato di scaricare sulle tasche dei cittadini un rincaro di mezzo milione di euro nella prossima bolletta Tari, stangata in arrivo a fine anno – prosegue il candidato – l’amministrazione comunale uscente conclude il mandato con la promessa elettorale di una serie di proposte per abbattere i costi dal 2020. Il sindaco Benini e la sua giunta ci hanno ormai abituati alla condotta di rimandare al prossimo quinquennio ciò che non sono stati capaci di fare nei cinque anni appena trascorsi, ma non ci rassegniamo. E rilanciamo con le nostre idee per assicurare una gestione efficiente a costi sostenibili per i cittadini».
«Innanzitutto, i dati oggettivi – illustra Di Giacinto – se la Tari è aumentata e i servizi resi alla città (non solo la raccolta, ma lo spazzamento e i vari servizi accessori) sono evidentemente insoddisfacenti, non si può che parlare di fallimento. E non vale giustificarsi con i guai giudiziari che hanno investito il gestore, assolversi con una percentuale di raccolta differenziata superiore al 50% (nella quale ci auguriamo che non rientrino gli sfalci della pineta) mentre l’obiettivo di mandato era il 70%, oppure condannare le modalità di entrata in vigore del nuovo sistema di ripartizione dei costi, che prevede giustamente che ogni Comune paghi quanto effettivamente dovuto per la totalità del servizio (sistema che l’assessore uscente all’ambiente, Giorgieri, ha comunque sostenuto di approvare nell’ultima commissione consiliare del 6 maggio scorso). Dunque, occorre cambiare. E noi lo faremo».
«La premessa indispensabile – chiarisce il candidato – è acquisire e mantenere un peso politico in sede di assemblea Ato, dove vengono prese le decisioni: peso che l’amministrazione uscente non è stata capace di avere, visto che non ha saputo imporre la propria causa, anche per le ripetute assenze nelle sedute. Dunque, è inammissibile che si continui ad accettare supini ogni decisione di Ato e gestore. Quanto alla strategia, il punto fermo è ovviamente la contrarietà all’inceneritore, vecchio o nuovi che siano, che da sempre ci vede in prima linea, al contrario di quanto negli anni ha fatto a livello provinciale e regionale il principale partito (il Pd) a sostegno del sindaco uscente. Di conseguenza, occorre puntare sulla raccolta differenziata. Ma il sistema porta a porta adottato a Follonica ha mostrato evidenti criticità».
«Per questo – conclude Di Giacinto – è nostra intenzione procedere a una revisione, valutando se sia il caso di porre in atto correttivi, come stanno facendo anche amministrazioni a noi vicine. Ad esempio introducendo in tutta la città i cassonetti dotati di un sistema a scheda che indichi con precisione la quantità di rifiuti prodotti da ogni singolo cittadino, in modo da arrivare a una vera tariffa premiante: ognuno paghi per quanto produce. Oltre all’attenzione per le utenze domestiche, con esenzioni per i residenti in situazione di disagio, prevederemo anche un sistema di agevolazioni per le attvità produttive, dalle imprese alle attività commerciali. Accanto a questo occorre una seria politica di educazione ambientale, dalle scuole alle famiglie, per insegnare a produrre meno rifiuti e dunque migliorare (in qualità e quantità) la raccolta differenziata. Imporremo anche il miglioramento dell’efficienza del servizio di spazzamento stradale e svilupperemo il sistema di segnalazioni, controlli e sanzioni. Insomma, d’intesa con il gestore, si impone che i servizi vengano modellati alla perfezione sul territorio di riferimento. È una questione di civiltà e salute, oltre che di risparmio, per tutti i cittadini».