FOLLONICA – «Accettiamo le scuse di Ulmi, ma chiediamo che la smetta di gettare fumo sulla campagna elettorale di Follonica» afferma il segretario provinciale del Partito democratico Gesuè Ariganello. «Excusatio non petita, accusatio manifesta o detto in maremmano ‘gallina che canta ha fatto l’ovo’! Questo dico di getto al segretario Ulmi, che invece di buttarla in caciara potrebbe invitare i suoi a parlare di programmi e progetti per il territorio e la città».
«Insistere con questa campagna del fango e continuare con questa polemica è veramente ridicolo, e tirare di nuovo in ballo la questione Tacconi lo è ancor di più. Faccio inoltre notare a Ulmi che gli unici tirati in ballo sono stati i protagonisti e la Lega nord, perché a noi le differenze non sfuggono – prosegue Ariganello -. Ci risulta davvero divertente notare come i maestri dell’inganno della Lega, maestri del gioco delle tre carte attualmente al governo, ci accusino di speculare su vicende extra politiche visto che le utilizzano ogni giorno e a tutti i livelli per nascondere il nulla del governo nazionale fatto solo di bambocciate, di finti litigi e di crescita zero. In Maremma si dice “gallina che canta ha fatto l’ovo!” e penso che in questo caso mai proverbio sia più azzeccato. Consigliamo ad Ulmi di tranquillizzare i propri candidati, follonichesi e non, perché questo nervosismo denota la consapevolezza di non avere nessun argomento e di essere in grande difficoltà».
«Abbiamo ormai capito che il continuo attacco agli avversari e la ricerca di un nemico al giorno è l’unico modo che la Lega usa per nascondere la pochezza delle proposte utilizzando armi di distrazione di massa, ma non cascheremo più in questo tranello: noi parleremo in questi ultimi giorni di campagna elettorale solo dei programmi, del nuovo progetto su Senzuno, delle proposte per le attività produttive e per il turismo, di come migliorare i servizi alle persone, dalla sanità al sociale e di come migliorare la loro vita e quella delle attività presenti in città, e non ci presteremo più a questo giochino al massacro sulla pelle dei cittadini».