GROSSETO – «Oggi a Firenze workshop regionale con focus sulla gestione del conflitto con il lupo, in particolar modo nella Provincia di Grosseto. Dei 12mila lupi stimati in europea, sono presenti in Toscana circa 109 gruppi di lupi (erano 72 nel 2013) per un numero di esemplari intorno ai 550-600» a farlo sapere Coldiretti in una nota.
«L’Europa – spiega la nota – sta tornando a popolarsi di grandi carnivori. Secondo fonti Ue sono 17mila gli orsi, 12mila i lupi, 1.250 i ghiottoni e 900 le linci a popolare il vecchio continente. Ma se la ripresa delle specie di grandi carnivori è un esempio di successo della conservazione, perché questa possa continuare, è necessario occuparsi dei potenziali impatti della loro coesistenza con l’uomo. Le quattro specie europee di grandi carnivori (orso bruno, lupo, lince eurasiatica e ghiottone) sono tra i gruppi di specie più emblematici e allo stesso tempo complessi in termini di conservazione e gestione all’interno dell’Unione Europea (UE). Questo è dovuto al fatto che essi hanno un’area di distribuzione che si estende al di là dei confini nazionali e le loro esigenze possono entrare in conflitto con le attività umane quali l’agricoltura, la caccia e il tempo libero».
«Consapevoli dell’importanza di queste tematiche socioeconomiche – chiarisce Coldiretti – ma anche dell’importanza dei grandi carnivori, nel giugno 2014 la Commissione Europea e un gruppo di organizzazioni che rappresentano i maggiori gruppi di interesse hanno deciso di collaborare ed è stata così lanciata la Piattaforma dell’UE sulla coesistenza tra uomo e grandi carnivori. La missione della piattaforma è promuovere modi e strumenti per ridurre al minimo e, ove possibile, risolvere i conflitti tra gli interessi umani e la presenza di grandi carnivori, attraverso la condivisione di conoscenze e la collaborazione aperta, costruttiva e nel rispetto reciproco».
«Esprimiamo soddisfazione perché si riapre la discussione, anche a livello europeo, sul tema del lupo – dice Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – perché nelle nostre campagne assistiamo quotidianamente a episodi di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi con stragi negli allevamenti che si sono moltiplicate negli ultimi anni, come dimostrano le richieste per i risarcimenti che nel 2017 hanno raggiunto la soglia di 457mila euro per le domande di indennizzo presentate relative a 590 attacchi denunciati nell’anno».
«Abbiamo sottolineato nell’assise fiorentina come occorre superare la politica degli indennizzi che non rappresentano la soluzione del problema ma un semplice e parziale palliativo per danni spesso permanenti – ha detto Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – e per questo continuiamo a batterci affinché le attività imprenditoriali degli allevatori possano svolgersi senza l’incubo delle predazioni. Tuttavia quando i danni ci sono, sia riferiti ai capi predati che alla diminuzione di natalità e produzione di latte, è necessario che siano disponibili risorse per risarcirli in modo totale. Questo problema riguarda ogni angolo della nostra regione con situazioni particolarmente gravi in alcune aree a causa della proliferazione dei predatori, con un crescendo di attacchi che mettono a rischio la sopravvivenza stessa di molte imprese agricole, con danni irreversibili all’economia, all’ambiente ed alla tenuta idrogeologica dei territori»