GROSSETO – «Il cantiere di via Manetti-via Bonghi può essere considerato un cantiere in sicurezza? E quando quel cantiere riprenderà la sua funzionalità?» a chiederlo è Francesco Donati, presidente del Raggruppamento politico autonomo parlando del cantiere del palazzo Boman, ex Blockbuster.
«Questa è la domanda che si pongono molti cittadini grossetani soprattutto coloro che vivono nei pressi dello stesso cantiere, nei palazzi di fronte e circostanti, i genitori dei bimbi che frequentano il nido posto nelle vicinanze, i proprietari dei negozi limitrofi, la scuola di psicologia cognitiva ad esso confinante. Se lo chiede anche il Raggruppamento politico autonomo che notoriamente ha convinzioni diverse dall’Amministrazione su come ottenere risultati sulla sicurezza e sui progetti da realizzare in materia. Infatti sappiamo benissimo che quel cantiere non è in sicurezza e siamo preoccupati che ancora oggi, dopo varie segnalazioni, interrogazioni al governo della città da parte di forze politiche, inchieste giornalistiche e fatti delittuosi, gravi e pericolosi, non si registri uno straccio di intervento risolutivo da parte delle autorità competenti».
«Il degrado esistente, indecoroso per la città, non rappresenta sicuramente un fiore all’occhiello per un’amministrazione comunale che si vanta di aver risolto ogni problema di sicurezza, di degrado e quant’altro, dopo aver fatto il lavaggio del cervello ad una città intera con i suoi slogan sulla bellezza – prosegue Donati -. Ma al di là delle chiacchiere infinite è ora di essere chiari su una cosa: quel cantiere è lontano anni luce da tutto quello che la legge prevede in materia di sicurezza dei cantieri. È ora che si prendano i dovuti provvedimenti senza indugio, perché non è vero che nessuno è responsabile».
«I responsabili di questa situazione ci sono, sono ben individuabili e sono soggetti esposti anche a responsabilità penali ben precise. Poi ci sono altre responsabilità che sono quelle dell’obbligo di una buona, attenta amministrazione pubblica che vede sotto i riflettori l’assessore alla sicurezza e come sempre il primo cittadino. Per loro è configurabile il reato di danno erariale che consiste nel fare o non fare (in questo caso non fare) azioni. In questa circostanza “non fare” crea danno all’immagine della pubblica amministrazione, danno che è configurabile come grave perdita di prestigio per il detrimento dell’immagine e della personalità dell’ente pubblico. L’atteggiamento del ” volemose tutti bene tanto non succede niente”, oppure “…tanto a me che me frega “non evita frequentazioni per spaccio di droga o il protrarsi di altri reati, protetti da rifiuti, cartelli pubblicitari o altro. Aiuta e protegge invece il degrado a 360 gradi, va contro la sicurezza non solo fisica ma anche ambientale e igienico- sanitaria, sulla quale ancora non si è capito perché in simili situazioni non possa intervenire anche la ASL».
«A fronte anche di diverse segnalazioni non risulta che venga fatto neppure un controllo notturno, prova ne sia che la stessa rete di cantiere su via Manetti-via Lanza è divelta da mesi e nessuno è ancora intervenuto, mentre su via Bonghi basta tirare una catenella e il libero accesso dentro il cantiere, a suo tempo tamponato e chiuso con tavole di legno, è assicurato. Cosa avvenga dentro non si sa. Se accadesse ciò che non dovrebbe mai succedere, non vorremmo che tutti facessero come le tre scimmiette che non sentono non vedono e non parlano».