SCARLINO – «La scuola è parte integrante di una comunità, no alle divisioni. Ne parleremo a Scarlino Scalo martedì 7 maggio, durante il secondo appuntamento con la presentazione del nostro programma» a farlo sapere la candidata di “Scarlino può”, Francesca Travison.
«A Scarlino l’argomento scuola – spiega Travison – ha creato molte discussioni in passato: attualmente il Comune conta su un nuovo plesso che ospita le primarie e le medie, una materna e il nido a Scalo e una primaria nel capoluogo. Dobbiamo ripartire da qui. Abbiamo dedicato una parte del programma di “Scarlino può” proprio all’istruzione, perché crediamo che sia arrivato il momento di superare le divisioni tra il borgo e la frazione e guardare al futuro, per dare ai nostri bambini e alle loro famiglie percorsi formativi all’avanguardia in strutture dignitose e sicure. Inutile nascondere la realtà: quando l’amministrazione uscente ha annunciato la realizzazione di una nuova scuola a Scalo, la nostra comunità si è divisa, a nostro parere per colpa di una comunicazione sbagliata e non completa da parte del municipio. Tante voci si sono accavallate tra cui una che mi ha visto protagonista, mio malgrado, per un termine tolto dal contesto in cui era stato detto – una riunione pubblica sull’argomento – e usato per attaccarmi pubblicamente da chi oggi sostiene un altro candidato sindaco per Scarlino».
«Nel corso di una riunione ho usato un aggettivo – dice la candidata – “rabberciata” riferendomi alla nuova scuola di Scalo. In quel momento stavo parlando della necessità di concludere i lavori prima di aprire il plesso ai bambini, considerato che all’epoca, mancavano molti dettagli fondamentali per una struttura simile. Scale antincendio, mensa, cucina, la palestra e molto altro: il mio suggerimento, durante quella famosa riunione, era di attendere la conclusione dell’opera prima di inaugurarla e trasferire i nostri bambini. Tutto qui, non avevo intenzione di colpire la sensibilità di nessuno, tantomeno delle tante famiglie scarlinesi che attendevano da anni l’apertura della nuova scuola per i loro figli. Purtroppo le parole a volte vengono fraintese e il rischio è cadere in impasse che poi sono difficili da superare. Per questo nel nostro programma abbiamo definito con precisione gli intenti sul futuro delle scuole scarlinesi: vogliamo trovare i fondi per completare il nuovo plesso scolastico di Scalo e renderlo più funzionale, realizzando la mensa e la palestra. A oggi, questa prospettiva sembra essere irrealizzabile se non addirittura accantonata, visto che il Comune di Scarlino è nelle ultime posizioni della graduatoria regionale per accedere ai finanziamenti utili a concludere l’opera».
«Il nostro impegno – conclude Travison – sarà quello di reperire risorse alternative che consentano la realizzazione di adeguati servizi attualmente mancanti. Non solo: non dimentichiamo la scuola del capoluogo. Se vogliamo far sì che Scarlino non si spopoli dobbiamo dotarlo di una primaria funzionale, sicura e bella. Da qui l’idea di collaborare con la dirigenza scolastica per mantenere aperto il plesso e migliorarne le caratteristiche: una scuola è parte integrante del tessuto sociale di una comunità e se vogliamo che il capoluogo torni a vivere dobbiamo dotarlo di un servizio scolastico adeguato. Nel nostro programma abbiamo anche inserito l’idea di creare delle borse di studio per gli studenti universitari che si laureano con tesi sul nostro territorio. Crediamo che la formazione scolastica sia fondamentale nel progetto di sviluppo per il nostro Comune: Scarlino può superare le divergenze, tornare a essere coeso, con un’offerta scolastica di alto livello sia nella frazione che nel capoluogo. Aspetto i residenti di Scarlino Scalo martedì 7 maggio alle 21 in sala Auser, via Matteotti, per la presentazione del programma di “Scarlino può”: nell’occasione non mancheremo di affrontare anche il tema della scuola».