MASSA MARITTIMA – «La notizia che il Tar ritiene di andare ad esprimersi in giudizio e valutare attraverso specifica perizia il ricorso presentato dalla cooperativa Colline Metallifere, sottolinea come la scelta del comune di un bando di gara aperto a soggetti con caratteristiche economiche differenti sia stata avventata, quanto dannosa sia per tutti, la scelta di perseverare in gare che costringono le società cooperative ad una spericolata corsa al ribasso economico». È questo il giudizio che la lista Uniti per il bene comune, che sostiene il candidato sindaco Luciano Fedeli, dà sulla vicenda.
«Oltre che a possibili risvolti negativi in danno al comune, si è compromessa un’esperienza nata nella città del Balestro negli anni ottanta e ha minato profondamente l’impresa portandola a prendere provvedimenti drastici come la messa in liquidazione. Le rassicurazioni date a suo tempo sulla tenuta dei livelli occupazionali da parte dell’amministrazione non convincono ed il soggetto aggiudicatario che opera su Viterbo, naturalmente non responsabile di quanto è avvenuto, non conoscendo le dinamiche articolate del territorio non sarà in grado di produrre anche quelle alterative indispensabili alla tenuta economica anche fuori dalla stagionalità».
«In una gara si può vincere o perdere ma nel caso specifico balza all’occhio la differente capacità di competizione tra i due soggetti e come il comune di Massa Marittima si sia appiattito ad una valutazione con il solo metro dell’offerta economica più vantaggiosa – prosegue la lista -. La cooperativa Colline Metallifere è in un’impresa di servizi ed ha caratteristiche diverse dalla Zoe, cooperativa sociale di tipo B, che gode di giuste e inopinabili agevolazioni. In sintesi la competizione è stata svolta tra un soggetto che correva in bicicletta e l’altro in moto, non vi era competizione soprattutto per quanto riguarda l’offerta finanziaria. Infatti i due diversi scopi hanno per le due imprese strutture e costi diversi, sia in termini contrattuali che previdenziali per cui la competizione si svolge in maniera distorta».
«Una scelta istituzionale chiara che mette in evidenza come, ancora una volta il comune di Massa, pur di risparmiare penalizzi il territorio, sacrifichi la progettualità per ragionamenti solo economici, gettando via una delle poche esperienze imprenditoriali tutte al femminile e le professionalità costruite con anni e anni di lavoro. Un altro pezzo di storia e di cultura del lavoro è stato spazzato via e si apre, con il ricorso al TAR, ancora una fase di grande incertezza prima di tutto per un settore strategico per l’economia come quello della cultura esponendo magari il comune e quindi i cittadini, in caso di sentenza negativa, a farsi carico di danni e magari ad altri risarcimenti. La lista Uniti per il bene comune ed i partiti che la sostengono sono al fianco delle lavoratrici che hanno intrapreso una giusta battaglia ed auspicano che più delle accuse di “ripicche” perché si trovano candidate in liste non a sostegno dell’amministrazione, si apra una nuova stagione dove servizi importanti per lavoro e il territorio, siano affidati tenendo conto non solo di risparmi ma di progettualità e qualità che sono fondamentali per far crescere l’economia del nostro contesto».