GROSSETO – «Nuove prospettive per la comprensione dei meccanismi alla base del rischio di ictus cardioembolico. Il contributo della Cardiologia del Misericordia di Grosseto in un importante studio internazionale sarà a breve pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Eurointervention» a farlo sapere la Asl in una nota.
La ricerca, a cui hanno partecipato anche strutture ospedaliere spagnole e tedesche, è stata coordinata dalla Cardiologia di Grosseto., diretta dal dottor Ugo Limbruno, con la partecipazione del cardiologo Alberto Cresti, primo nome della pubblicazione. Lo studio riguarda il rischio di trombosi e di ictus, correlato alle più frequenti aritmie, tra cui la fibrillazione atriale.
«E’ stato dimostrato – spiega Cresti – che nella maggior parte dei pazienti con fibrillazione atriale, la formazione di coaguli di sangue all’interno del cuore, a loro volta responsabili dell’ictus, la più grave complicanza della fibrillazione atriale, si verifica all’interno di un piccolo incavo del cuore, chiamato auricola sinistra e non nelle restanti cavità cardiache, ovvero atri e ventricoli.La ricerca ha evidenziato che la percentuale di coaguli localizzati al di fuori dell’auricola è molto inferiore rispetto a quanto ritenuto fino a questo momento (1% invece che 10%)».
«Questi dati – conclude Cresti – rappresentano un rilevante contributo scientifico alla comprensione dei meccanismi alla base del rischio di ictus cardioembolico e danno nuovo impulso alle tecniche di chiusura dell’auricola sinistra con utilizzo di specifiche protesi, in pazienti con fibrillazione striale, in alternativa alla terapia anticoagulante».