GROSSETO – È stato il presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi, ad introdurre la giornata celebrativa per l’inaugurazione della nuova casa che l’associazione grosse tana si c data. Davanti ad un parterre composto dalle massime autorità cittadine e dei numerosi ospiti e soci che sono intervenuti al numero 46 il presidente Tocchi, per poter spiegare il presente si è rifatto alla storia plurisecolare di Confagricoltura, datata 1884 a livello nazionale e 1944 a livello locale, quando 22 padri fondatori vollero che anche la Maremma della imprenditoria agricola fosse rappresentata, tutelata e difesa. La disamina del presidente sic poi estesa alla Ri forma Fondiaria e all’Ente Maremma, che trasformò la campagna, per poi analizzare le criticità vissute dal territorio ma anche i momenti belli, in cui l’agricoltura 1 livello locale non arretra rispetto agli altri settori economici, come invece accade in Italia. “L’abbandono delle campagne c il mutamento del paesaggio agrario sono le espressioni più eloquenti di questa trasformazione, contrassegnata sul piano del la voro da una consistente riduzione degli addetti e da un invecchiamento del settore c con una crescente marginalizzazione della aree rurali In questo momento Confagricoltura decide di investire c con la presidenza Giovanni Battista Vivarelli Colonna e la direzione di Francesco Postoritio acquista una propria sede in via De Barberi. Ottantacinque anni vissuti da un maremma che si è evoluta passando nella alternativa universale delle cose positive { di quelle negative. Interventi economici che hanno permesso di aprirci al mondo grazie ad un riconosciuto valore aggiunto territoriale. In questo contesto Confagricoltura, ha avuto l’intuizione felice di leggere i tempi ed ha espanso il suo tessuto sul territorio aprendo uffici di zona e di rappresentanza.
“Oggi la nostra associazione deve mantenere alto il livello di attenzione a tutela delle imprese, e la globalizzazione dei mercati, una politica europea non sempre a vantaggio delle imprese che viene vissuta come un ostacolo allo sviluppo non consente di adagiarsi e se oggi vivissimo questo giorno come un arrivo si commetterebbe un grave errore. Oggi è il punto di ripartenza e una tappa del nostro percorso. Vogliamo condividere e unire le forze per progettare e sviluppare nuove idee, perché la crisi del settore cerealicolo e zootecnico non può relegarci in un isolamento territoriale ma deve farci scoprire nuove opportunità. Dobbiamo innovar ci, dobbiamo insieme alla comunità scientifica migliorare la nostra capacità produttiva con una attenzione, direi maniacale, alla qualità. Non possiamo creare steccati commerciali e dazi inutili. Noi abbiamo la fortuna e il privilegio di essere in Toscana, non possiamo dimenticarlo. Tutto ciò ci carica di responsabilità impegno tanto da af fermare che la tipologia edilizia di questa struttura ci tanti mattone a faccia vista, rap presentano idealmente tutti quegli uomini e quelle donne che hanno fatto grande la nostra associazione e l’agricoltura maremmana. Oggi con questo taglio del nastro, superiamo il gap della sede di via De Barberi, offrendo una struttura moderna, funzionale e innovativa, come le nostre aziende socie, alle quali vogliano erogare e garantire servizi capillari, qualificati e professionalmente all’avanguardia.
Come è la nuova struttura – La struttura inaugurata si articola su tre piani fuori terra per complessivi 840 metri quadrati di superficie calpestatile. Al piano terreno si trova una spaziosa sala conferenze da 40 posti, uffici tecnici, Coagri e si compone di 11 uffici, oltre ai servizi e agli spazi accessori. Al primo piano sono invece collocati gli uffici economici, quelli finanziari, la direzione e la presidenza per un totale di 13 stanze oltre servizi e spazi accessori. Infine un grandissimo archivio occupa il piano sottotetto. Abbiamo dieci so di mantenere la struttura originale del centro direzionale della Ex Fornace Chigiotti, – commenta il direttore, Paolo Rossi – uno stabile degli anni ’60, provvedendo alla sua riqualificazione e ristrutturazione. Lavori diretti dall’architetto Alessandro Lapi dari al quale va il nostro ringraziamento per aver perfettamente compreso e tradotto in pratica quello che volevamo si realizzasse. Gli interventi – racconta il direttore – hanno riguardato la risistemazione di tutte le parti non strutturali, il rifacimento degli infissi, gli impianti termoidraulici ed elettrici, impiegando pompe di calore ad alta efficienza e la sostituzione delle parti elettriche, senza toccare l’involucro né la struttura portante. Una cosa unica sono i pavimenti, che abbiamo voluto conservare, in quanto realizzati in Rosso di Moscona, una pietra calcarea fragile ma con un’alta resistenza al calpestio. E’ stata completamente levigata e riportata al suo originario splendore, compiendo un’opera di mantenimento della memoria, tenuto conto che ne veniva fatto uso solo nella edilizia degli anni ’50 ed oggi è dunque elemento assai raro. Anche l’esterno ha conservato i suoi tratti primordiali, con mattoni in laterizio riportati a faccia vista, come pure è stato interamente mantenuto il marciapiede che copre il perimetro della struttura, costituito da blocchi di laterizio armato con zigrinatura realizzati.